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Sole 24 Ore - Cina, il calcio è un affare di Stato. Ecco perché Xi Jinping ha optato per maggior dirigismo

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Il Sole 24 Ore

La morsa del Governo cinese attanaglia l'Inter e non lascia libero Suning di poter sprigionare la sua forza economica per rinforzare il club. Il Sole 24 Ore conferma l'inversione di rotta a cominciare dal campionato locale: "Dal 2017 sono stati introdotti: il limite agli stranieri impiegabili (non più di tre contemporaneamente in campo), l’obbligo di schierare un giovane cinese under 23 e di averne un altro in panchina, l’obbligo per ogni club di destinare al vivaio almeno il 15% annuo del budget - si legge -. Gli investimenti all’estero erano e sono funzionali ad assorbire il know-how della formazione tecnica e tattica e l'importazione di stranieri serve ad elevare il tasso del torneo interno. Tutto ciò che va oltre questo progetto e non porta risultati tangibili non può essere tollerato dal Governo centrale comunista. Pechino vuole un calcio popolare, non un calcio votato alle spese pazze e alla vanità dei singoli. Ecco perché dopo i primi due anni della nuova era calcistica cinese Xi Jinping ha optato per un maggiore dirigismo. Per cui gli investimenti cinesi saranno sempre più mirati. Mediapro in quest'ottica era un target fondamentale e “coerente” con la crescita di Orient Hontai Capital, fondo di proprietà di Orient Securities Company, che sta realizzando importanti progetti in patria nei settori della tecnologia e dei media e ha un know how eccezionale da assorbire. Perché il calcio-entertainment per i cinesi, restrizioni monetarie o no, è sempre più un affare di Stato".


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