Sondaggio FIFPro: il 75% dei calciatori non vuole i Mondiali ogni due anni
Il 75% dei calciatori professionisti maschili non vuole stravolgere la tradizione quasi centenaria del Mondiale ogni quattro anni. E' il risultato di un sondaggio condotto da FIFPro e dai sindacati nazionali dei calciatori su mille giocatori, a proposito dei carichi di lavoro e dei formati delle competizioni nel mondo del football. Solo il 21% dei calciatori crede che la loro voce sia rispettata e che il loro benessere sia considerato nel contesto della governance del calcio internazionale.
Il sondaggio ha raccolto le opinioni di calciatori di sei continenti, tra cui oltre 70 nazionalità diverse ed è stato sostenuto da sindacati di giocatori tra cui quelli in Inghilterra (PFA), Spagna (AFE), Italia (AIC) e Francia (UNFP). I giocatori sono stati interrogati su una varietà di argomenti. Questa la ripartizione regionale del sondaggio sulla frequenza dei Mondiali: Il 77% dei giocatori europei e asiatici preferisce una Coppa del Mondo ogni quattro anni; Il 63% dei giocatori delle Americhe ha dichiarato di preferire il torneo ogni quattro anni; Il 49% dei giocatori africani preferisce una Coppa del Mondo ogni quattro anni, con il resto che si divide tra un ciclo biennale o triennale. Mentre una netta maggioranza di giocatori sostiene l’attuale ciclo dei Mondiali, esiste una richiesta, in particolare nei mercati di piccole e medie dimensioni, di sviluppare e rafforzare ulteriormente le competizioni per le Nazionali. Ciò è in linea con la posizione di FIFPro sull’incoraggiare investimenti nelle competizioni regionali, in base alle esigenze del mercato locale.
Jonas Baer-Hoffmann, Il segretario generale della FIFPRO, ha dichiarato: "Il sondaggio sui giocatori mostra che la maggior parte dei calciatori di tutto il mondo ha una chiara preferenza per giocare la Coppa del Mondo ogni quattro anni. Allo stesso tempo, i risultati dimostrano l'importanza delle competizioni di campionato nazionale per i giocatori. Questi campionati sono la base del nostro gioco e dobbiamo fare di più per rafforzarli sia per il bene dei giocatori che per la stabilità generale del calcio professionistico".