.

Spalletti: "A Wembley per giocare la partita che vogliamo. La realtà ci dirà di che livello siamo"

di Egle Patanè

Dopo la bella vittoria contro Malta, l'Italia è pronta a tornare a Wembley per affrontare l'Inghilterra. Alla vigilia della gara contro gli inglesi, il ct azzurro Luciano Spalletti presenta la sfida. Di seguito le sue dichiarazioni.

Quali sono le prime tre risposte che cerca da questa Nazionale? Può essere la gara di Scamacca?
"Noi abbiamo fatto di tutto per avere delle risposte importanti, non c'è qualcosa di preciso se non giocare un calcio libero, un calcio fatto di fluidità e personalità, un calcio moderno come va fatto ora. Sì, questa può essere anche la partita di Scamacca".

L'ha rivista la finale dell'Europeo? Quella gara può dare qualche spunto? 
"Quella finale lì come tutti ciò che amano il calcio ero lì a vederla, quella è stata una storia unica per chi l'ha vissuta e meritarla. Sarebbe ingiusto fare dei paragoni, rimarrà unica. Vogliamo ispirarci a ciò che è successo in quella gara lì e magari farla diventare questa la nostra storia, facciamo sì che diventi la nostra identità. Faremo di tutto. Vogliamo andare al confronto con la realtà, non ci siamo riempiti la testa di pensieri spaventosi. La realtà ci dirà di che livello siamo". 

Per fermare una squadra che gioca col 4-2-3-1 è meglio giocare con la difesa a quattro o a tre?
"Loro sono bravi a variare, da 4-2-3-1 a 4-3-3... Il segreto per ottenere un grande risultato non è mai una cosa sola, ma la somma delle cose che ti sei preparato. Oggi con Gravina ci si confrontava sul mettere a disposizione delle cose per restare in contatto anche durante la macro-sosta che c'è tra novembre e marzo, contatti di campo non solo telefonici. Non siamo venuti qui a giocare il calcio che ci capita, ma la partita che vogliamo". 

Passerà tutto dalla qualità che avrete in fase di possesso?
"Sì, passa tutto da lì. Come criterio se noi riusciamo a tenere la palla più di loro abbiamo più possibilità di vincere la partita. Poi ci sono coloro che la pensano diversamente, che non vogliono dare spazio alle spalle della linea per giocare in campo aperto. Però per ciò che si vede oggi in un confronto europeo vince di più chi gioca tenendo palla. Questa è un'idea che mi trova d'accordo".

Può far paura giocare qui per chi non ci ha mai giocato?
"Il calcio è fatto di opportunità e probabilmente chi non crede in questo ha dei pensieri che non glielo fanno vedere. Qui davvero puoi valutare di che livello sei, sono le situazioni che noi dobbiamo amare. Noi amiamo e dobbiamo amare questi confronti qui, è questo a fare la differenza. Il confronto con la realtà ti dà sempre la dimensione di ciò che sei realmente e non dobbiamo sfuggire da questo confronto, altrimenti bisogna cambiare mestiere".


Barzagli sul caso scommesse: "Non colpevolizzerei troppo questi ragazzi"
Altre notizie