Spalletti alla Rai: "Subendo 41 gol a stagione non si va in Champions. Dobbiamo crescere in aggressività”
Dopo il secondo pareggio consecutivo, Luciano Spalletti ha parlato così ai microfoni della Rai: "Sofferenza? In alcuni momenti si, in altri si è fatto anche bene, andando vicini anche a raddoppiare, poi alla fine abbiamo subito questo pareggio. La Fiorentina è stata in campo bene, un avversario tosto. L'azione va cominciata bene, stasera abbiamo cominciato piano ed è stato più difficile, i primi passi sono importanti, quanto inizi l'azione male diventa difficile creare. Nel secondo tempo, però, abbiamo avuto una buona reazione, creando qualche insidia importante. C'è stata la fiammata di Mauro e lì dovevamo essere più bravi, ma abbiamo subito il loro forcing e alla fine hanno pareggiato meritatamente. Carenza di difensori centrali? Secondo me Gagliardini può farlo, abbiamo allenato anche Nagatomo per casi eccezionali.
Inter poco spallettiana? Il nostro lavoro è sotto l'occhio di tutti, siamo sotto una lente di ingrandimento, ma a me non manca assolutamente niente, c'è stato il problema di Ranocchia che è stato davvero stoico, fino a stamattina non si sapeva se potesse giocare, non si allenava da domenica. Si sanno i giocatori che si hanno, sono sempre quelli, se poi vengono a mancare 2/3 elementi come D'Ambrosio, Miranda etc, è normale che si crei qualche problema. Bisogna cominciare meglio l'azione rispetto a quanto fatto stasera. I problemi dell'Inter dal 2012 in poi sono stati i gol presi, se si prendono tanti gol come negli ultimi anni non si può arrivare in Champions. Se non si fanno i numeri sotto l'aspetto difensivo, se non si riesce a recuperare palla, non puoi esibire nessuna qualità. Le squadre forti sono quelle dove si vedono recuperi importanti, vampate di forza, cattiveria agonistica, spirito di squadra. Il non raggiungimento di un obiettivo ritira tutti in una sconfitta di squadra. Classifica? Bisogna lottare con squadre forti, ci sono numeri diversi rispetto agli altri campionati, è difficile, ma bisogna crescere sotto l'aspetto dell'aggressività, non della qualità".
Christopher Nasso