Spalletti in conferenza: "Non prendiamo d'esempio la Juve. Facciamo passare la nottata"
Fonte: dall'inviato al Meazza, Fabio Costantino
Al termine del tradizionale giro di interviste davanti alle telecamere, Luciano Spalletti si presenta nella sala conferenze del Meazza per commentare con i giornalisti presenti la pesante sconfitta contro la Juventus. FcInterNews.it è sul posto e riporta le parole dell'allenatore dell'Inter:
Ti senti di recriminare qualcosa o fare mea culpa nonostante la grandissima prestazione?
"I cambi con questo esito sono stati sbagliati e ne pago le conseguenze io".
Al 13' della ripresa Pjanic salta addosso a Rafinha, come l'ha visto frontalmente? A fine partita chi doveva uscire tra Perisic e Icardi?
"Rivedendolo in televisione come si farebbe al Var, perché dal campo si è avuta la sensazione che fosse da ammonizione, è da giallo e non so come mai non lo abbia ammonito. Volevo sostituire Ivan che aveva chiesto il cambio, poi ha detto che poteva restare. Mancavano 5 minuti e bisognava fare una partita difensiva e di ripartenza, con il fardello dell'inferiorità numerica che lo paghi nei 10 minuti finali, quando paghi tutto il conto. Nel primo tempo siamo stati corti, si rischiava poco e si accettava l'uno contro uno, ma le cose sono state più difficili. Nella ripresa i giocatori sono sempre riusciti a scalare davanti anche se rischi la palla dietro le spalle, recuperata con affanno. Lì bisogna essere perfetti nei recuperi".
Lei ha parlato di sconfitta imposta, si riferiva a Orsato?
"No, mi riferivo alla casualità del secondo tempo. Orsato secondo me è un grande arbitro. Secondo me si sta lavorando bene dal punto di vista arbitrale, in una gestione di crescita di professionalità. Lavorano, alcuni li conosco, c'è intenzione di migliorare e avere meno episodi confusi possibile. Però la seconda ammonizione di Pjanic è lì. Ma mi riferisco anche al secondo gol, perché deve picchiare sulla gamba una palla raccattata dalla linea di fondo e andare in porta? Il gol è imposto anche dalla casualità, non dalla direzione di gara".
In questa settimana verso Udine dovrà fare anche lo psicologo?
"Non so, ho fatto anche psicologia a scuola. Ma noi parliamo dalla mattina alla sera, nelle riunioni prima dell'allenamento si va ad analizzare quanto accaduto in campo e a dire le conclusioni in maniera più vera possibile. Poi ci sono risultati come quelli di oggi che ti creano difficoltà nel tuo obiettivo, è tutto l'anno che sei lì a fare qualcosa con professionalità e amore e poi diventa un fardello da portare sul groppone. Intanto si passa la nottata, da domani tenteremo di organizzare discorsi. Ma le orecchie non sono molto disponibili a ricevere, il risultato e l'andamento degli episodi pesano di più".
Cosa potrebbe mancare all'Inter per crederci fino alla fine come la Juve?
"L'accostamento alla Juventus mi garba poco, noi siamo quelli ce non la danno mai vinta. Non si prende per esempio il comportamento della Juve, abbiamo un nostro modo di lavorare e si pensa sia meglio. Poi è chiaro che loro hanno vinto tanto, da sei anni vincono il campionato e noi siamo in un momento in cui bisogna fare ordine nelle cose. Per lo sforzo e l'impegno in questa stagione ci meritavamo di poter ottenere qualche risultato in più e toglierci qualche soddisfazione, arrivando all'ultima partita a giocarci la Champions. Si continua a fare in questo modo ma è più dura. Però le prove le facciamo tutte e i modi come quelli della Juve li abbiamo".
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