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Strama: "Vi racconto Benassi. Un giorno a Interello..."

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Tuttosport

L'esplosione di Marco Benassi, canterano nerazzurro oggi al Torino, raccontata da Andrea Stramaccioni, colui che lo portò in Primavera dagli Allievi (assieme a Garritano, Monachello e Mbaye). "Marco è stato sempre un ragazzo molto timido e, quando era in Primavera, viveva a Interello come molti ragazzi che venivano da altre città. Un giorno mi avvicinò una signora che, parlando con accento modenese, iniziò a farmi grandissimi complimenti. Io l'ho ringraziata, le ho chiesto di chi fosse la mamma: era la signora Benassi. Quando Marco l'ha saputo, si è arrabbiato tantissimo: le ha detto che non avrebbe dovuto fare queste cose perché temeva che quel gesto fosse un tentativo di raccomandarlo all'allenatore". 
 
Se Benassi è al Torino è pure merito suo... 
"Beh, mi ha chiamato Sasà Sullo, con cui ho fatto il corso allenatori, e mi ha chiesto come fosse questo ragazzo e se, a mio parere, sarebbe stato utile a Ventura. Gli ho risposto che Benassi era 'tanta roba' e che, per come gioca il mister, ovvero con due interni che si buttano negli spazi lui era il giocatore ideale. Perché quello è l'identikit di Marco". 
 
E dire che, quando lei l'ha lanciato in prima squadra, non sembrava tra i prospetti più promettenti. 
"A differenza di alcuni colleghi, Marco si è sempre migliorato in carriera. In Primavera era partito come riserva di Duncan e Crisetig e poi si è ritagliato il suo spazio e così ha fatto pure tra i grandi dove non ha per nulla patito dell'effetto San Siro, stadio in cui a molti giocatori tremano le gambe". 
 
Cosa invece Benassi deve a Stramaccioni? 
"Credo di avergli insegnato a dare il massimo in ogni allenamento: un giovane non può certo permettersi di gestirsi". 
 
In prospettiva, Benassi è da Nazionale? 
"Per il suo bene, voglio che ora pensi solo al Torino. Lui ha qualità e il resto verrà di conseguenza". 
 
L'Italia però produce troppi pochi talenti alla Benassi. Come lo spiega?  
"È un problema del nostro calcio, per questo io resto un convinto sostenitore delle squadre B: il salto dalla Primavera alla prima squadra è troppo grande e negli anni abbiamo perso troppi talenti proprio per questo motivo".
 
 


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