Super League, l'avv. Capello: "Club preparati alle conseguenze. Giocatori fuori dalle nazionali? Potrebbero dover scegliere"
Fonte: SkySport
Intervenuto negli studi di SkySport24, l'avvocato Pier Filippo Capello ha parlato della notizia del giorno, ovvero la creazione della Super League.
Immediate le reazioni delle Leghe e dei governi. Quali strumenti hanno le federazioni e i governi per contrastare la Super League?
“Iniziamo col dire che quanto sta succedendo non è una novità assoluta, basti pensare all'Eurolega di basket. È complicato rispondere alla domanda perché non è mai successo. Il rapporto del club con Fifa e Uefa è mediato e bisogna capire quali sono gli strumenti in mano a Fifa e Uefa. Per quanto riguarda il rapporto con la Lega di riferimento, invece, è più stretto e bisogna capire se questo comportamento delle società può essere considerato come una violazione dei principi che sono alla base di tali rapporti. A livello di Governo, è più una situazione politica. Ci sono due posizioni distinte: quella della Super Legue, evidentemente preparata per tempo, e quella del mondo del calcio che sta provando a mettersi al pari”.
Si è parlato anche di vietare ai singoli calciatori di partecipare alle competizioni Uefa e Fifa. Si lederebbe un diritto del calciatore?
“Nel momento in cui la federazione ritiene che il comportamento del club è illecito, il giocatore che mette in atto un comportamento all'interno di un sistema illecito dovrebbe rifiutarsi di farlo, anche se dipendente del club. Qualora la federazione riuscisse a dimostrare questo, il calciatore si troverebbe nella situazione di dover scegliere se seguire il suo datore di lavoro o se rifiutarsi. I singoli giocatori, quindi, potrebbero trovarsi in grossa difficoltà. E io so che molti procuratori si stanno attivando per capire quali clausole inserire nei contratti prossimi alla chiusura”.
C'è la possibilità di escludere fin da subito le squadre dalle coppe in corso?
“Al momento non vedo una ragione di escludere un Real Madrid dalla Champions League. Il comportamento del Real potrebbe portare a delle sanzioni, ma non va a incidere al diritto di partecipare a una competizione alla quale si è qualificato in maniera legittima. Impedire a questi club di giocare le coppe immediatamente la vedo molto complicata”.
Verosimile pensare che questi club già contemplino di non partecipare ai campionati nazionali? E considerando che spazio non ce n'è, è immaginabile che queste società facciano due squadre per partecipare a tornei nazionali e Super League?
“Potrebbe essere un'eventualità. In riferimento alla pallanuoto, anni fa la Pro Recco aveva due squadre: una che giocava e vinceva spesso la Champions League e una che giocava il campionato italiano. Poi se parliamo di turnover, ieri la Roma ha cambiato 7-8 giocatori rispetto a quelli impiegati con l'Ajax: non ci sarebbe nulla di nuovo. Quando si prendono queste decisioni strategiche, ci si prepara anche a eventuali conseguenze. Sicuramente queste società hanno considerato l'ipotesi della minaccia dell'esclusione dai campionati: se hanno deciso di andare avanti è perché si sentono forti anche in questo caso”.
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