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Tavecchio: "Danno quasi irreparabile se non si chiudono i campionati. E' il momento di una riforma"

di Mattia Zangari

"Se chiudono il campionato non mantenendo gli impegni con la produzione dei diritti tv diventa un danno quasi irreparabile. Devono risolverlo in un modo o nell'altro, anche se la cosa più importante è la salute, il campionato va chiuso. I diritti vengono pagati se le partite sono trasmesse e se non pagano è un dramma. La UEFA ha sospeso le coppe ma dice che i campionati vanno finiti, a meno di tragedie irrisolvibili". A dirlo è Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc, ospite di 'Stadio Aperto', sulle frequenze web di TMW Radio. 

Alcuni club poi, con classifica cristallizzata, potrebbero fare dei ricorsi.
"Si apre un fronte legale. Bisogna puntare a finire, anche durante l'estate".

La UEFA porterà avanti il discorso?
"Prima bisogna risolvere il campionato. Tanto lo sanno tutti bene che non sarà tutto come prima, è evidente. Tutti provano a nasconderlo, ma ad essere onesti è arrivato il momento di una riforma. Io tre anni fa dissi che la madre di tutte le battaglie è la riforma dei campionati. Non si può più pensare di avere più di 100 squadre professionistiche in Italia, solo l'Inghilterra ce le ha, ma hanno pure 3 miliardi di diritti tv, noi 1,5. Si ridurranno i professionisti, e poi bisognerà sostenere il movimento dilettantistico. Credo che sarà molto dura raccogliere sostegni locali per mantenere 15.000 associazioni. Saranno turbati i sogni di tanta gente". Quante squadre professionistiche vorrebbe? "Io parlavo di un numero magico: 18 di A, 18 di B, e due C da 18. Una settantina di squadre. Non abbiamo la capacità di avere più società, non ci sono risorse. E oggi avrei pure il dubbio sulle trentasei di Lega Pro...".


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