Thuram: "Mettiamo il razzismo nel ranking Uefa: meno squadre in Champions a Paesi e club senza civiltà"
"Uefa e Fifa fanno il loro lavoro. Potrebbero fare molto di più. Decidere, ad esempio, che la quota di razzismo presente in ogni Paese sia uno dei metri di valutazione che fa guadagnare o perdere punti nel ranking". E' la proposta di Lilian Thuram, nell'intervista pubblicata oggi da La Repubblica, per contrastare il fenomeno del razzismo negli stadi. "Nella Coppa del Mondo, a parità di classifica, passa la squadra che ha meno cartellini - continua l'ex difensore -. Si dà un peso al rispetto delle regole. Il calcio non è solo performance atletica è anche valori condivisi. Perché allora non considerare il grado di civiltà di un Paese o di una singola società? C’è razzismo, invece di quattro squadre in Champions hai diritto solo a tre, eccetera".
Molto netta la valutazione di Thuram anche sulla possibilità di fermare la gara per episodi di razzismo. "Nessun dubbio: sospendere la partita. Mi dicono che l’allenatore Carlo Ancelotti ha chiesto l’interruzione durante Inter-Napoli e non è stato ascoltato. E che Koulibaly in seguito è stato addirittura espulso per un applauso ironico verso l’arbitro. Ecco, così si chiude il cerchio. Chi subisce il razzismo e reagisce, denuncia, diventa colpevole in nome del superiore interesse dello show che deve continuare. Ma noi siamo regolamenti o uomini, esseri viventi? Un uomo prova delle emozioni. Ci vuol poco a capire che quando si subisce violenza dentro uno stadio in quel momento si è deboli, si ha bisogno di aiuto".
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