Uva: "Superlega ucciderebbe i campionati. Sono idee che tengono conto solo degli introiti"
Michele Uva, vice-presidente dell'Uefa, ha fortemente criticato l'idea di una Superlega in campo europeo. "Penso che un sistema chiuso non sia proprio della cultura europea e che non sia nemmeno nelle leggi - dice ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport -. Ucciderebbe i campionati nazionali e intaccherebbe la Champions e a caduta l'Europa League. Il prodotto non sarebbe nemmeno eccelso. Il processo che sta facendo la Uefa è totalmente diverso. Abbiamo da poco approvato l'introduzione della terza Coppa e stiamo discutendo di una riforma dei campionati che non è assolutamente una Super Champions ma una riforma in cui il merito dei tornei nazionali è garantito, così come lo sono le gare nei weekend".
Secondo Uva, "il primo motore di queste idee sulla Superlega è il denaro, ma non si tiene conto della base, che sono i campionati nazionali. Viene ridotto tutto alla suddivisione delle risorse, ma in Europa non è plausibile il modello Nba. Noi leggiamo solo dichiarazioni fatte sui giornali. Penso che sia più una forzatura legata ai maggiori introiti, ma quella del Real non è la posizione di tutti i club perché l'Eca sta lavorando con noi per una progressione della riforma dal 2024. La terza lega è dovuta a una richiesta di coinvolgere più club. E' una richiesta che viene dalle medie-piccole federazioni. Eravamo a tre fino a qualche anno fa con la Coppa delle Coppe. L'Europa League passerà da 48 a 32 squadre con una crescita tecnica e competitiva. Ricordo anche che l'Uefa deve prendersi cura di 55 federazioni e della base, nonché di far giocare a calcio i bambini".
Il vice-presidente Uefa ha parlato anche delle recenti dichiarazioni del presidente Ceferin riguardo alla Var. "In questo momento la Var è presente in 15 federazioni su 55, altre 15 ci stanno provando. Il problema è che in ogni Paese l'utilizzo è differente, Rosetti sta lavorando per renderlo più omogeneo. L'introduzione è epocale, per cui necessità di anni per avere uniformità. La regolamentazione del fallo di mano è quella che ha creato maggiore disomogeneità in Europa".
Infine il Financial Fair Play. "E' stato introdotto - dice ancora Uva - per cercare di riequilibrare i bilanci. I risultati sono straordinari. C'è un controllo dei debiti internazionali, da 50 milioni di euro siamo passati a 2 milioni. Il principio è che si può spendere quel che si ha. Se si è fuori dai parametri nei tre anni presi in considerazione si chiede un settlement agreement, cosa che hanno fatto Inter e Roma.