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Uva: "Var in Champions? Ci vorranno anni, perché..."

di Christian Liotta

Michele Uva, vice presidente esecutivo dell'Uefa, intervenuto ai microfoni di Radio24 commenta la decisione di non inserire il Var nelle Coppe europee annunciata ieri dal presidente Aleksander Ceferin."Tutte le grandi innovazioni, soprattutto quelle tecnologiche applicate al calcio, hanno necessità di una normale taratura. Champions ed Europa League coinvolgono 55 Paesi: non tutti hanno introdotto, neanche offline, la tecnologia Var. Siamo tre i Paesi che la utilizzano, 4 con la Polonia, e in questo momento lo facciamo online. Penso che non ci sarebbe una uniformità sia di arbitraggio che di assistenza, quindi ritengo che sia giusto aspettare sino a quando tutta l'Europa e buona parte degli arbitri saranno abituati a questa tecnologia".

Uva aggiunge: "C'è un po' di confusione perché in questo momento le quattro Nazioni europee che stanno utilizzando il Var usano metodologie diverse. Germania e Portogallo hanno una control room distaccata, dalla quale agiscono i Var; in Italia abbiamo fatto la scelta che i Var sono insieme agli arbitri negli stadi, quindi ci sono anche applicazioni diverse del protocollo. Bisogna valutare bene prima di introdurre un'innovazione così in un sistema conservativo come quello del calcio, si potrà fare quando ci sarà omogeneità di funzione e predisposizione. Ci vogliono degli anni: abbiamo pazienza, l'Italia in questo momento è leader del sistema, anche con la control room. Proseguiamo su questa strada, sapendo che c'è bisogno di tanti anni prima di arrivare a un sistema omogeneo: i tifosi abbiano pazienza".


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Domenica 15 dicembre