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Var, Rosetti: "Perché perdere uno scudetto per un errore umano evidente che si può correggere?"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Roberto Rosetti, responsabile del progetto Var in Italia, smorza le polemiche: "Capisco la paura, è un sentimento normale quando si cambia abitudini in modo radicale. Ma non è più pensabile tenere la tecnologia in disparte. La Var è migliorabile, siamo in fase di sperimentazione, ma l’obiettivo è quello di avere un calcio più giusto e spettacolare - spiega alla Gazzetta dello Sport -. Perché perdere uno scudetto, una finale o una semplice partita per un errore umano evidente che si può correggere nello stesso tempo di una sostituzione? Chi pensa che la Var sia solo un aiuto agli arbitri, non ha ben capito la portata della svolta epocale".

Rosetti, quante volte la Var si è azionata?
"Sono 309 le azioni finite sotto la lente d’ingrandimento della tecnologia nei primi 7 turni: in 288 casi la scelta della terna arbitrale è stata confermata, 21 volte cambiata. Una media di 3 errori evitati a giornata".

La Var ha un effetto domino positivo, specie sui falli di gioco.
"Sono diminuiti: erano stati 260 nelle prime 7 giornate dello scorso torneo, oggi ci fermiamo a 203. I gialli sono passati da 313 a 245, i rossi da 24 a 15. C’è più attenzione da parte dei giocatori, sanno che rischiano di più e limitano alcuni comportamenti. Le proteste sono quasi scomparse, una specie di miracolo in Italia. Ed è da sottolineare pure la serenità dei tifosi allo stadio di fronte a una decisione cambiata con l’aiuto della tecnologia".

Perché gli arbitri alcune volte vanno al monitor e altre no?
"Lo consente il protocollo Ifab: siamo convinti che la scelta migliore sia dare l’ultima parola all’arbitro in campo. Quando c’è un episodio soggettivo è giusto che vada a rivederlo, se è un fatto oggettivo non c’è questa necessità".

Altro punto discusso: su rigori e gol va controllata l’intera azione d’attacco. Come funziona da protocollo?
"La verifica parte da quando la squadra entra in possesso palla, poi serve continuità nell’azione. Non c’è un limite temporale o di campo. Se commetto una irregolarità nella mia area e poi riparto fino a segnare, la Var riporta l’azione alla prima infrazione: rete annullata e rigore contro".

Protocollo Ifab seguito nel gol cancellato alla Juve a Bergamo?
"Alla lettera, c’è continuità. Come c’era nel rigore revocato all’Atalanta per il recupero palla fuori dal campo di Petagna".


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