Zanetti: "A Kiev è stato un segnale, ora battere il Barça"
Fonte: TuttoSport
Una svolta. Per molti così è definibile la vittoria di Kiev di mercoledì, scorso, e quasi dello stesso pensiero è anche Javier Zanetti, intervistato da TuttoSport: il capitano ha parlato della situazione europea e non solo, ecco le sue parole e l'intervista integrale.
Javier Zanetti, quella di Kiev è stata la vittoria della svolta? «Non so se si possa parlare di svolta, ma certamente è stato un segnale forte. Finora in Champions, nonostante ci sia capitato di un po’ tutto dall’espulsione di Balotelli a Kazan a quei gol presi un po’ così con la Dynamo compreso quello dell’altra sera di Shevchenko, si è sempre vista un’Inter di grande carattere. È vero, mancavano i risultati, e se fosse arrivata prima la vittoria, certi discorsi non sarebbero stati fatti. Però ci è capitato un girone difficile ed equilibrato, per questo vincere a Kiev è stato fondamentale: sapevamo che non si poteva fallire, abbiamo anche rischiato di perdere e, alla fine, ci è andata bene».
Ci racconta cosa è successo nello spogliatoio tra primo e secondo tempo?
«Niente di particolare, soltanto che ci siamo resi conto che stavamo perdendo senza meritarlo e che dovevamo continuare a crederci per riprendere in mano questa partita».
Se a Kiev non vi fossero venuti i 5 minuti, oggi si parlerebbe di Mourinho come di un allenatore senza futuro, invece il portoghese viene descritto come un mago. Non crede che questa mancanza di equilibrio nei giudizi possa condizionare anche la vostra tranquillità nell’approcciare le partite?
«Tutto è legato ai risultati, non c’è niente da fare. Io, sin da quando ho iniziato a giocare a pallone, ho cercato di mantenere un equilibrio sia che le cose andassero bene, sia che andassero male. Le critiche su Mourinho dopo quello che ha fatto l’anno scorso in campionato e dopo quanto sta facendo quest’anno, proprio non le capisco: non so come facciano a dire che il campionato italiano sia facile... Lo scudetto vale la Champions perché devi avere continuità per tutto l’anno e non è affatto facile come sembra. Eppoi, in ogni caso, non è che se va male una competizione, bisogna buttare via quanto si è costruito: in passato è stato fatto ed è stato un errore».
Moratti ha detto che questa squadra può andare a vincere a Barcellona.
«L’obiettivo è chiuderla lì con la qualificazione, senza aspettare l’ultima giornata. Affrontiamo una grandissima squadra ma ce la possiamo giocare tranquillamente alla pari».
Madrid è un puntino lontanissimo o la finale di Champions inizia a diventare un bersaglio da centrare?
«E’ un sogno, ma bisogna fare un passo alla volta. Iniziamo a qualificarci, poi vediamo dove può arrivare questa Inter. Di certo so che mai abbiamo avuto prima di quest’anno una rosa così completa ed equilibrata in tutti i reparti».