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Zanetti: "A Kiev è stato un segnale, ora battere il Barça"

di Fabrizio Romano
Fonte: TuttoSport

Una svolta. Per molti così è definibile la vittoria di Kiev di mercoledì, scorso, e quasi dello stesso pensiero è anche Javier Zanetti, intervistato da TuttoSport: il capitano ha parlato della situazione europea e non solo, ecco le sue parole e l'intervista integrale.

Javier Zanetti, quella di Kiev è stata la vittoria della svolta? «Non so se si possa parlare di svolta, ma certamente è sta­to un segnale forte. Finora in Champions, nonostante ci sia capitato di un po’ tutto dall’espulsione di Balotelli a Kazan a quei gol presi un po’ così con la Dynamo compreso quello dell’altra sera di Shev­chenko, si è sempre vista un’Inter di grande carattere. È vero, mancavano i risulta­ti, e se fosse arrivata prima la vittoria, certi discorsi non sa­rebbero stati fatti. Però ci è capitato un girone difficile ed equilibrato, per questo vince­re a Kiev è stato fondamen­tale: sapevamo che non si po­teva fallire, abbiamo anche rischiato di perdere e, alla fi­ne, ci è andata bene».

Ci racconta cosa è successo nello spogliatoio tra primo e secondo tempo?
«Niente di particolare, sol­tanto che ci siamo resi conto che stavamo perdendo senza meritarlo e che dovevamo continuare a crederci per ri­prendere in mano questa partita».

Se a Kiev non vi fossero ve­nuti i 5 minuti, oggi si parle­rebbe di Mourinho come di un allenatore senza futuro, invece il portoghese viene descritto come un mago. Non crede che questa man­canza di equilibrio nei giu­dizi possa condizionare an­che la vostra tranquillità nell’approcciare le partite?
«Tutto è legato ai risultati, non c’è niente da fare. Io, sin da quando ho iniziato a gio­care a pallone, ho cercato di mantenere un equilibrio sia che le cose andassero bene, sia che andassero male. Le critiche su Mourinho dopo quello che ha fatto l’anno scorso in campionato e dopo quanto sta facendo quest’an­no, proprio non le capisco: non so come facciano a dire che il campionato italiano sia facile... Lo scudetto vale la Champions perché devi ave­re continuità per tutto l’anno e non è affatto facile come sembra. Eppoi, in ogni caso, non è che se va male una competizione, bisogna butta­re via quanto si è costruito: in passato è stato fatto ed è sta­to un errore».

Moratti ha detto che questa squadra può andare a vin­cere a Barcellona.
«L’obiettivo è chiuderla lì con la qualificazione, senza aspettare l’ultima giornata. Affrontiamo una grandissi­ma squadra ma ce la possia­mo giocare tranquillamente alla pari».

Madrid è un puntino lonta­nissimo o la finale di Cham­pions inizia a diventare un bersaglio da centrare?
«E’ un sogno, ma bisogna fa­re un passo alla volta. Inizia­mo a qualificarci, poi vedia­mo dove può arrivare questa Inter. Di certo so che mai ab­biamo avuto prima di que­st’anno una rosa così comple­ta ed equilibrata in tutti i re­parti».


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