Zanetti: "Dopo il crac di Palermo pensavo solo a quando tornare in campo"
di Christian Liotta
Qual è stata la tua 'parata e risposta' più importante della carriera?
"Ho vissuto tanti momenti di difficoltà, ma sono quelli che ti danno la forza per rialzarti, continuare e soprattutto per diventare più forte. Se ne devo dire uno, dico l'infortunio subito a Palermo, quasi a fine carriera, quando mi sono rotto il tendine d'Achille. A 39 anni pensavano tutti che fosse la fine della mia carriera, io mi sono reso conto che fosse un infortunio importante ma la mia mente era già proiettata a quando tornare".
Il duello più tosto che hai affrontato?
"Quando uno fa una carriera come quella toccata a me, rappresentando una grande squadra come l'Inter, tutte le sfide sono molto importanti. Ci sono tante partite, tante rivalità, la concentrazione deve essere sempre massima. I derby, le sfide con la Juve, le gare internazionali come la finale di Champions dove vinci o perdi, sei a un passo dalla storia o no. Vuol dire che devi dare tutto te stesso".
Togliti la maschera. Chi è Javier Zanetti fuori dal campo?
"Un cantante (ride, ndr...). Sì, mi piace la musica, mi piace cantare. Ma sono uno molto tranquillo, mi piace stare con la famiglia e gli amici. Preferisco magari essere un po' diverso perché posso aprirmi con più confidenza, ma l'essenza della persona è sempre la stessa".
I duelli si dividono in tre momenti. Raccontaci i più significativi per te.
"La nascita dei miei tre figli. Questi sono stati i momenti più importanti".
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