Zanetti: "La vittoria del Triplete? Eravamo la squadra da battere, Milito è stato l'uomo del destino"
Fonte: gazzetta tv
Si parla di Milito nella puntata di “Bomber” su Gazzetta TV. Fra le testimonianze che hanno raccontato l’attaccante argentino c’era anche Javier Zanetti, capitano dell’Inter che ha vinto tutto nel 2010 e grande amico dell’ex giocatore del Genoa: “Io conoscevo Milito perché giocavamo insieme in Nazionale, mi sono reso conto che poteva essere un giocatore importante per noi”. Così come Milito, anche Zanetti ripercorre l’annata magica del Triplete, partendo proprio dalla sconfitta in Supercoppa italiana contro la Lazio: “E’ stato brutto perdere ma allo stesso tempo è stato importante per noi perché s’è visto come tutti ci temessero e ci reputassero la squadra da battere. Ci ha dato la giusta consapevolezza dei nostri mezzi”. Si parla poi del campionato, rivivendo i momenti salienti. Uno su tutti, ovviamente, il derby, di cui Zanetti ricorda un aneddoto legato alla sostizione di Pandev: “Mourinho doveva fare un cambio poco prima della punizione decisiva di Pandev. Ferma tutto perché vuole che la punizione venga battuta proprio dal macedone che sarebbe uscito di lì a poco. Goran ha segnato e lui ha avuto ragione, in panchina diceva che era merito suo e tutti abbiamo riso ed eravamo concentrati perché dovevamo combattere in dieci”. Ma c’è spazio anche per le situazioni critiche, come quella avvenuta a Bergamo contro l’Atalanta, quando gli uomini di Mourinho si fanno rimontare e perdono malamente: “Il campionato italiano è difficile, basta pareggiare un paio di partite e tutto si è rimesso in discussione”, ricorda Pupi. Ma l’Inter è una corazzata e non demorde, anzi. Trascinata dai gol di Milito, come sottolinea Zanetti, la squadra arriva a maggio in corsa per vincere tutte e tre le competizioni a cui ha preso parte. Il numero 4 nerazzurro ricorda soprattutto la partita di Siena, quella che ha regalato a Moratti (nel giorno del suo compleanno) e a tutti i tifosi interisti il 18° scudetto: “Eravamo in difficoltà, la Roma stava vincendo e noi dovevamo assolutamente fare un gol. Io ad un certo punto ho fatto una grande percussione palla al piede, saltato due uomini e poi consegnato la palla a Diego che fortunatamente ha segnato. Noi eravamo tesissimi, inoltre Rosi ha rischiato di segnare alla fine, quando il suo pallone ha attraversato tutto lo specchio della porta non volevo credere ad una sfortuna del genere. Quando tutto è finito e la palla è uscita ci siamo guardati io, Maicon e Julio Cesar ed eravamo pallidissimi. Poi la grande festa, ma di nuovo tutti concentrati: c’era la Champions League da vincere”. E s’è vinta, grazie alla doppietta di Milito al Bernabeu: “Senza dubbio è stato l’uomo che ci ha permesso di vincere tutto questo”.