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Zé Elias: "All'Inter serve un incontrista. Eriksen deve abituarsi al calcio italiano"

di Christian Liotta

L'ex centrocampista dell'Inter Zé Elias è stato raggiunto da Radio Music Television nel corso di 'Taca La Marca', ai cui microfoni ha ampiamente parlato della squadra nerazzurra: "È il primo anno di Antonio Conte, ci sono stati diversi cambiamenti anche a livello mentale, quindi ci vuole tempo. Servono dei punti di riferimento nella squadra e tutti devono parlarsi, anche la dirigenza. La responsabilità non è solo dei giocatori, si vince e si perde sempre tutti insieme, ora bisogna essere compatti e trovare insieme la migliore soluzione per rendere la squadra più forte, le colpe riguardano tutti. Christian Eriksen? Purtroppo fa fatica a trovare gli spazi, in Premier si parla sempre di un campionato più difficile, ma la verità è che in Italia si gioca un calcio diverso, si pensa alla palla, ai ruoli, ai movimenti. Un calcio a cui dovrà abituarsi, lui si è ritrovato a dover subito portare il risultato. Non si è compresa immediatamente la sua posizione in campo, se da mezzapunta a destra o trequartista. Ci vorrà tempo perché si abitui, parliamo di un giocatore molto bravo.”

Zé Elias individua anche la figura che manca alla squadra di Conte: "Serve un giocatore che dia sicurezza alla difesa. Godin, De Vrij e Bastoni sono forti ma non velocissimi, c'è bisogno di protezione senza palla. Serve un incontrista che sappia rubare palloni ma anche giocare la palla. Una figura del genere che corre con grinta serve anche per mantenere la squadra vive, per il bene della partita e dei tifosi". Una battuta anche su Lautaro Martinez e sul suo futuro: "In Brasile si è sempre saputo della sua preferenza per il Barcellona, probabile che la presidenza del club, che vive un momento particolare, punti su questo trasferimento. Quando sono in ballo tanti soldi è difficile pensare all'amore per la maglia. Il calcio è molto cambiato. Spero che resti all'Inter, tra qualche anno questo giocatore sarà un riferimento mondiale". Conclusione con un ricordo per Gigi Simoni: "Una persona speciale: è sempre con me, è sempre vivo, lui per me non se n'è mai andato. Le persone speciali non muoiono mai. Ricordo quando eravamo alla Pinetina, c'era la finale di Coppa Uefa ed ero convinto di non giocare, essendo rientrato dalle amichevoli con la nazionale brasiliana. Pensavo giocasse Benoit Cauet e invece, come faceva sempre, mi chiamo dicendomi: "Zé come stai, tutto bene? Vedi che giochi domani". "Io?" gli chiesi incredulo. "Sì, io ho tanta fiducia in te, voglio un centrocampo forte per lasciare Ronaldo giocare davanti, punto su di te" mi disse il mister, poi mi abbracciò e mi fece un in bocca al lupo per la partita. Questa cosa resta con me per sempre. Tutti i giorni in cui ci ha allenato è stato sempre molto dolce, educato. Lui non era di questo mondo, era di un calcio romantico". 


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