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Napoli-Inter - Roccia Skriniar, Candreva di corsa. Ma è il capolavoro di Spalletti

di Antonello Mastronardi

HANDANOVIC 7 – Straordinario con un doppio miracolo su Callejon e, soprattutto, Mertens nella prima frazione, si fa trovare pronto anche sullo scialbo colpo di testa di Insigne. Si disimpegna alla grande anche nel finale su Mertens. È insolitamente chiamato spesso in causa con i piedi, visto che l’Inter cerca spesso il fraseggio molto basso, e anche in questo fondamentale se la cava meglio del solito.

D'AMBROSIO 6,5 – Nel primo tempo, sull’imbucata di Hamsik, lascia colpevolmente Insigne da solo a tu per tu con Handanovic. È utile, però, la sua capacità costante di essere preciso e tempestivo sui raddoppi difensivi, con un atteggiamento che è spesso più tipico di un centrale che di un terzino. Preziosissimo.

SKRINIAR 7 – Per una volta non riesce spesso a far ripartire i suoi da primo regista e perde un sanguinoso pallone a vantaggio di Koulibaly sul finire della prima frazione. Se questo di Napoli era il banco di prova definitivo, bisogna notare però come lo slovacco tenga magistralmente in tutti i duelli contro i piccoli del Napoli. Gli vanno via? Tranquilli, li riprenderà. Autoritario soprattutto nel non risentire psicologicamente dell’errore, e nell’imporre inesorabilmente a tutti la sua superiorità. Possiamo dirlo, è un giocatore vero, e che giocatore.

MIRANDA 6,5 – Gioca il pallone con personalità, prendendosi anche qualche rischio secondo il copione tattico di Spalletti, e in generale tiene bene sugli attaccanti avversari, adoperando anche un po’ di sano mestiere nell’infastidire un paio di volte Mertens lanciato a rete. Prende un giallo evitabile ma non criminale.

NAGATOMO 6 – Gioca molto alto, ma garantisce sufficiente corsa per disimpegnarsi bene nei ripiegamenti difensivi su Callejon. Alle volte, prova anche a farsi vedere in appoggio. Sbaglia nel finale quando tiene in gioco colpevolmente Mertens, ma alla luce del dispendio di energie fisiche e psicologiche che gli è stato richiesto, è un errore tollerabile, soprattutto se si tiene conto che l’Inter se la cava in ogni modo a buon mercato.

GAGLIARDINI 6 – Parte bene, ordinato e più tranquillo del solito, molto attento sulle linee di passaggio avversarie. Durante la partita, finisce per farsi sentire meno, ma il suo è un lavoro silenzioso, oscuro e prezioso subito a ridosso della propria linea difensiva. Se non osa di più in fase di riproposizione, ciò avviene anche per via dell’asfissiante e intimorente pressing azzurro.

VECINO 6,5 – Anche quando, come nella prima frazione, appare poco, è lui il metronomo nerazzurro quando Borja Valero è a cercar fortuna lì davanti. Inaugura la ripresa con un’eccellente scorribanda in stile derby, al termine della quale salta anche Reina prima di trovare l’opposizione di Albiol sulla linea. Crescita costante per uno di quei rari giocatori che abbinano fosforo e corsa.

CANDREVA 6,5 – Un paio di ottime accelerazioni con cross pericolosi nella prima parte di gara, quando parte palla al piede esibisce uno stato di forma superlativo, tanto che le sue falcate sembrano sempre più ampie e incisive di quelle del diretto avversario di turno. La sua energia dura per tutta la gara, come mostra nel finale con un paio di grandi recuperi (dall’82’ CANCELO sv).

BORJA VALERO 6,5 – Bravo ad abbassarsi per venire a dialogare coi compagni, sfugge bene al controllo avversario. Si nasconde agli occhi degli avversari e sbuca con intelligenza in area sul finire della prima frazione, impegnando con un’ottima conclusione Reina. Come spesso accade e come vuole la natura, cala drasticamente nella ripresa, ma il suo primo tempo è di grande qualità. (dal 70’, JOAO MARIO 6,5 – Prova a entrare nel match con una sciabolata e una sgroppata in bello stile sull’out di destra. Dimostra di saper impensierire l’avversario a maggior ragione quando entra dalla panchina).

PERISIC 6 – Una di quelle classiche serate in cui l’apporto del croato potrebbe apparire ridotto, se non fosse che Perisic è disciplinatissimo e molto attento nei ripiegamenti difensivi. Certo, non libera la potenza di fuoco delle proprie gambe, tanto che non si registrano praticamente mai le consuete sgroppate con le quali impegna il terzino avversario. Il suo contributo però, si fa sentire e torna pù che utile.

ICARDI 6,5 – Tanto lavoro sporco, l’Icardi 2.0 si abbassa spesso e volentieri sulla propria metà campo, tentando di strappare il pallone agli avversari nella selva di gambe che si crea in mezzo. Tutto ciò, però, non va a detrimento del suo potenziale offensivo: quella volta che il pallone arriva in area, Icardi c’è e quantomeno inquadra la porta (dall’87’ EDER sv).

ALL. SPALLETTI 7,5 – Imbriglia perfettamente una delle squadre più temibili da affrontare in tutto il Vecchio Continente. La difesa a 3+1 si rivela arma vincente, con D’Ambrosio ottimo nel giostrarsi in un doppio ruolo, a metà tra centrale e terzino. La sua Inter, lungi dall’essere solo catenaccio, è invece sempre più una squadra ragionata che sa bene quali armi contrapporre ai più diversi avversari, pur riproponendo con costanza e pericolosità le prorpie caratteristiche nel tentativo, riuscito anche stasera, di spaventare chi ha davanti. Passa alla grande di fronte al più temibile banco di prova fin qui affrontato: la sua Inter non è lassù per caso, o altri fattori che col caso condividono la lettera iniziale.

NAPOLI: Reina 6; Hysaj 6, Albiol 6,5, Koulibaly 6,5, Ghoulam 6; Allan 6 (dal 74’ Rog 6), Jorginho 5,5, Hamsik 6,5 (dal 70’ Zielinski 6,5); Callejon 6, Mertens 5,5, Insigne 6 (dall’81’ Ounas sv). All. Sarri 6.

ARBITRO: BANTI 6 – Partita tranquilla e senza particolari episodi controversi, tende a lasciar giocare, ed è l’atteggiamento giusto in una gara fluida che merita spazio e aria per le pregevoli folate offensive del Napoli e per il ragionato atteggiamento dei nerazzurri.

ASSISTENTI: Meli 6 – Manganelli 6.


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