Icardi, il rosarino, torna a casa. Per la gioia di Daniel
Icardi è di Rosario. E questo già a Buenos Aires è novità. Perché viene dalla città di Messi, rosarino come lui. Perché viene dalla città del “tata” Martino, rosarino come entrambi. Icardi è di Rosario, la città che maggiormente contrasta il potere calcistico di Buenos Aires. Non tanto il Rosario Central, quanto l’ultimo Newell’s Old Boys.
Ora, Icardi il rosarino, va dritto nella Seleccìon. E lo fa, entrando dalla porta centrale. Al posto, pensate un po’, di Lionel Messi. Non per caratteristiche, ovviamente, ma per numero.
Era da tempo che Sabella, entrenador dell’Argentina, ci pensava. Pensava di portarsi dietro questo giovane cresciuto nei campi europei, al Barcellona prima e ora in Italia; sotto il mirino da tempo.
In realtà, era seguito a vista da due nazionali; perché c’era anche la nostra, pronta a spianargli la strada.
Però, siccome Icardi è rosarino, ha scelto con il cuore. E il suo cuore diceva: vai a giocare nella Seleccìon. Con buona pace di Prandelli, che forse pregustava questo talento, con passaporto italiano. Ma Icardi aspira ad essere, come scriveva ieri a Buenos Aires Infobae, l’alternativa a Higuain. Non certo a Messi. Perché nessuno può esserlo, almeno oggi. L'Argentina si sa è terra di "delanteros" di grandi qualità tecniche; è terra feconda di attaccanti rapidi, lesti, guizzanti. Maradona, Messi, Aguero,Tevez, per dirne solo qualcuno dei nomi brillanti. Maurito invece è un ariete, un Batistuta diciamo, tanto per avvicinarlo a qualcuno. Merce comunque rara. Niente da dire.
In tutta questa storia credo siano contente due persone: Mazzarri (a parte, ovviamente, il fatto che perde il giocatore per una settimana) e Daniel, che ha un chiosco di giornali a qualche metro da casa mia. Lui è di Rosario e "visto che esce Messi – mi dice al telefono – entra Maurito, che non è Messi, ma va bene lo stesso. In fondo lo scrive anche Olè, Icardi es argentino”. E poi con espressione tipicamente argentina soggiunge: "Che" (intercalare tipico di queste parti) es un gran gusto.
Per l’Inter, invece, questa convocazione conferma la bontà della scelta di puntare per il futuro prossimo, su questo ariete d'area di rigore. In Argentina, lo seguono molto. Moratti e Thohir se lo godranno e questa convocazione per il doppio confronto dell’Argentina, prima al Monumental di Nuñez, stadio del River Plate contro il Perù, quindi al Centenario di Montevideo con l’Uruguay, non potrà che giovare alla personalità ed alla crescita tecnica di Maurito, che ha compiuto il suo sogno: indossare la camiseta albi celeste.
Lui che è di Rosario, ed entra con grande entusiasmo nella Seleccìon a Buenos Aires. In attesa dell Roma, domenica, e poi di quell’aereo, che lo riporterà in Argentina e per la prima volta sui campi di Ezeiza; come dire che gli basterà scendere dalla scaletta dell’aereo e sarà già nel centro tecnico federale, a due passi dall’aeroporto internazionale della capitale. Torna così in quella terra, che è la sua, e che importa se sarà Buenos Aires e non Rosario. Torna in quella terra, dove dicono che el sueño se cumplio. Già, il sogno di Maurito, il rosarino.