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Aia, il neo presidente Trentalange: "Gli arbitri parleranno di più, dobbiamo adeguarci"

di Mattia Zangari

Da ieri, Alfredo Trentalange è il nuovo presidente dell'Associazione Italiani Arbitri dopo aver raccolto il testimone da Marcello Nicchi, in carica da 11 anni: "Probabilmente hanno sentito il bisogno di un nuovo approccio, ma quello che voglio dire a tutti i presidenti è che l’associazione non subirà degli sconvolgimenti dal punto di vista emotivo, perché ritengo che non debba essere importante chi è il presidente nazionale, ciò che è importante è l’Aia", ha detto il neo numero uno dell'Aia alla Gazzetta dello Sport.

 Lei ha fatto più che dare l’onore delle armi al suo avversario, lo ha ringraziato in modo sentito e in fondo avete lavorato insieme per anni fino a pochi mesi fa. Cosa riconosce ai suoi dodici anni di presidenza?
"Una grande capacità di tenere l’Aia unita, in modo autorevole. Qualche volta sono serviti anche dei modi autoritari, ma credo che ci debba essere rispetto e anche una sorta di continuità, per questo - ripeto – ho fatto una campagna elettorale non contro ma per il rinnovamento e continuo a pensare che questo sia l’approccio assolutamente giusto".

Da oggi sarà al lavoro. Quale sarà il primo dossier sul suo tavolo?
"Indubbiamente la prima cosa a cui tengo e alla quale voglio lavorare da subito è la creazione di un tavolo dei presidenti di sezione, in cui uno al fianco dell’altro si condividano le problematiche e i bisogni della base e dei territori. Perché bisogna partire dal problema che è quello del reclutamento, e dalla necessità di una svolta sulla formazione. È sia l’alfa che l’omega. E poi serve uno stile di comunicazione diretto oltre alla necessità che tutti gli organi tecnici parlino la stessa lingua".

A proposito di parlare, gli arbitri della sua Aia comunicheranno anche un po’ di più?
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Dobbiamo farlo. Sarà una cosa naturale, anche con i mass media, e sarà un rapporto reciproco, nel rispetto dei ruoli, con le metodologie appropriate. Ma dobbiamo assolutamente adeguarci a una comunicazione più efficace e più aperta". 

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