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Albertini: "Il derby è l'unico match che si vive come un dentro o fuori. Stessa tensione di Mondiale e Champions"

di Stefano Bertocchi

Secondo Demetrio Albertini il Derby di Milano si affronta "con senso di responsabilità, perché il derby è l’unica partita di campionato che si vive sempre come un dentro o fuori. Pensate a un turno a eliminazione diretta del Mondiale o di Champions: ecco, quando Milan e Inter si affrontano la pressione sale a quei livelli. E il fatto che si giochi il 5 febbraio, come per il 2-1 dell’anno scorso deciso da Giroud, è un’immagine simbolicamente potente: il 5 febbraio ha segnato e segnerà la storia del Milan di Pioli". Lo ricorda l'ex centrocampista rossonero ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. 

Cosa faceva gente come Albertini, Baresi, Maldini, Costacurta prima di un derby?
"Cercavamo di compattare il gruppo ancora di più. In quel Milan c’erano grandi campioni, abituati a giocare per coppe e scudetti. Quando arrivava il derby, però, noi sentivamo ogni volta l’esigenza di ricordare a chi non era cresciuto al Milan quanto fosse speciale quella sfida.
Il messaggio era: devi dare il massimo per il club, per te stesso, ma anche per noi".


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