Boninsegna: "Pelé unico, era e resterà O Rei". E c'è l'aneddoto con Burgnich a Messico 70
Fonte: Gazzetta dello Sport
"Non era il capitano, ma il leader sì. E tutti lo ascoltavano, dettava i tempi, era anche un regista". Lo ricorda Roberto Boninsegna, che sulla Gazzetta dello Sport di oggi parla di Pelé nelle ore dolorose della sua scomparsa.
Dopo tanti anni restano ancora i rimpianti per la finale del 1970?
"Penso che avremmo potuto gestire meglio la situazione. Uno come Rivera, che entrò soltanto nei minuti finali, non meritava di rimanere in panchina. E neppure Zoff lo meritava. Albertosi è stato un ottimo portiere, ma in quel momento il migliore era Dino e secondo me sarebbe stato opportuno fare altre scelte. E poi gliel’ho detto, non ci sentivamo battuti anche se loro erano fortissimi e avevano il più grande di tutti dalla loro parte".
Che cosa l’ha colpita di più di Pelé in quella partita?
"Della sua tecnica sapevamo tutto, era un giocatore completo, destro, sinistro, colpo di testa. Un’elasticità di gambe pazzesca. Ricordo che in pratica sul primo gol è andato in cielo a colpire la palla. E poi, ripeto, la personalità. Ricordo un episodio prima della partita: eravamo schierati e Burgnich lo guardava, lo guardava e lui gli disse più o meno: “Cos’hai da guardarmi? Mi devi picchiare?”. Non era certo uno che si faceva intimidire dai difensori".
Secondo lei perché non è mai venuto a giocare in una squadra europea?
"Non saprei. Credo che sia anche un fatto legato all’indole dei brasiliani, che sono molto legati alla loro terra e al loro calcio. Credo che anche questo abbia influito sulle sue scelte e sul fatto che praticamente ha giocato tutta la vita nel Santos".
In queste settimane però si è parlato moltissimo di Messi e Maradona, con paragoni e sondaggi vari. Secondo lei chi è il più grande?
"Io credo che non ci sia discussione. Pelé è stato unico, inarrivabile per tutti, anche per Diego. Hanno giocato in epoche diverse, è sempre difficile fare paragoni. Però Pelé era unico, non ho alcun dubbio in proposito. Era e resterà O Rei".