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Bosman: "Superlega? Solo business per fare altro business. Però Fifa e Uefa..."

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Jean-Marc Bosman oggi ha 59 anni e viene ricordato da tutti per quella sentenza che a metà degli anni 90 cambiò in modo drastico il calcio mondiale, con la liberalizzazione dei calciatori a livello comunitario. Oggi l'ex attaccante belga è molto critico sulla Gazzetta dello Sport circa la questione Superlega.

Bosman, che cosa ha pensato ieri mattina quando ha visto i titoloni favorevoli alla Superlega?
"Guardi, le parlo dalla mia modesta casa, dove vivo con mio figlio e a malapena riesco ad avere un introito mensile per pagare tutte le bollette. Penso che questa sentenza della Corte europea serva solo a ricordare a Fifa e Uefa che non sono al di sopra delle leggi e che non possono pretendere di avere il monopolio sul calcio e sui giocatori".

È comunque un assist per la Superlega.
"Ho molti dubbi su questa Superlega. E il primo è puramente pragmatico. Oggi i calciatori delle squadre più importanti giocano partite di campionato, di Champions, Europa e Conference League. Di fatto, si va in campo già ogni due o tre giorni. Non vedo l’interesse di aggiungere un’altra competizione per quanto la presentino come alternativa. A quel punto si giocherebbe davvero ogni giorno. Nessuno pensa alla salute dei protagonisti, cioè dei giocatori per cui invece io mi ero battuto all’epoca".

No alla Superlega quindi?
"Sono molto scettico su questo progetto. La Superlega è solo business che pensa al business e a fare più soldi ancora. Sono i soliti grandi club che vogliono diventare sempre più grossi e onnipotenti, per schiacciare i più piccoli, il tutto a discapito dei giocatori che però non sono dei robot. Neanche quelli della Superlega dovrebbero considerarsi al di sopra delle leggi".


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