Burdisso: "Inter, avanti insieme a Conte. Terrei anche Godin. Lautaro pronto per il grande salto, ma preferirei restasse"
Doppio ex della sfida di stasera tra Roma e Inter, Nicolas Burdisso ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. "All’Inter giocavo le finali contro la Roma, che era anche l’avversario per lo scudetto. Giocavano un calcio bellissimo, noi eravamo più pragmatici. In giallorosso mi si sono rovesciate le carte, era l’Inter la più forte. Ma tra Roma e Inter erano sempre sfide pesanti, c’era sempre qualcosa in ballo", racconta, snocciolando quali sfide lo abbiano emozionato di più. Per l'Inter cita la Supercoppa 2008, per la Roma il 2-1 dell'Olimpico del 2010, anche se poi lo scudetto andò ai nerazzurri.
Parlando di Moratti e Sensi l'ex difensore, oggi d.s. del Boca Juniors, parla di "presidenti vecchia maniera: venivano in allenamento, si facevamno sentire, quando serviva ti davano qualche bastonata. C’era un rapporto familiare, a me piaceva. Sono stato legato a tutti e due. Con Moratti, però, era un rapporto speciale, anche quando sono diventato un avversario".
Il fatto di essere passati a due proprietà straniere, per Burdisso, "è l’indirizzo dove sta andando il calcio, va accettato. L’Inter ha saputo organizzarsi con Ausilio, uno molto preparato. E poi ci sono Zanetti che è una figura emblematica e Marotta: esperienza e abilità".
Capitolo Lautaro: "Lui è già pronto per il grande salto, gli argentini hanno un grado di maturità diverso nella capacità di sapersi adattare ai diversi campionati. Anche se io preferirei vederlo ancora nell’Inter e nel calcio italiano. Giocatori forti come lui sono una risorsa per tutti". Si resta in attacco, con la sfida Dzeko-Lukaku: "Sono diversi, ma entrambi potrebbero giocare a squadre invertite. Sia il gioco di Conte sia quello di Fonseca si poggiano tanto sui movimenti dei centravanti".
Da difensore a difensore, un giudizio su Godin. "Forse ha sbagliato qualche partita, ma in generale ho visto il solito Godin. Solo che gioca in un’altra posizione. Ma pochi al mondo hanno le sue letture, io continuerei a puntarci".
Anche su Conte: "Vincere non è mai facile, neanche per uno come Conte che ha questo marchio. Mi piace quello che ha costruito, bisogna continuare su questa linea. Dargli tempo e avere pazienza".