Burgnich: "Corso ti fregava sempre. A Herrera piaceva poco, ma sapeva che era lui a farci vincere"
Dopo la recente scomparsa di Mario Corso, l'ex compagno di squadra Tarcisio Burgnich, ha raccontato la leggenda nerazzurra tra le colonne del Corriere della Sera: "Era un mio grande amico, mi dispiace molto. Un uomo eccezionale, un fuoriclasse assoluto. Gli ho voluto tanto bene".
Corso è tra i più grandi della storia dell’Inter?
"Era immenso. Con il mancino faceva ciò che voleva. Sapeva di essere un grande giocatore, ma è rimasto sempre semplice. Metteva allegria, aveva la battuta pronta, però mai esagerava".
Che calciatore era?
"Valeva mezza squadra, l’altra metà era Suarez. Se quell’Inter è entrata nella storia lo deve a loro. Era estroso, il classico uomo in più. Anche oggi sarebbe stato tra i migliori del mondo e al tempo era il massimo. Individualista e un po’ un vagabondo in campo, a Herrera piaceva poco, però lo faceva sempre giocare. Quando entrava in area faceva impazzire i difensori".
Dicevano che era il «Piede sinistro di Dio».
"Corso faceva gol in ogni modo, non solo con la punizione a foglia morta: ti fregava sempre. Era tecnica pura".
Con Herrera non andava d’accordo. Provava a cederlo tutti gli anni.
"Secondo il Mago non faceva vita da calciatore, lo rimproverava spesso e, se poteva, lo metteva in castigo. Però poi lo faceva sempre giocare: sapeva che era lui a farci vincere. Herrera si arrabbiava, il presidente Moratti lo difendeva e lo coccolava: Corso non si toccava".
VIDEO - ADDIO MARIO CORSO, IL PIEDE SINISTRO DI DIO