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Calcagno (Aic): "Meno partite e prestazioni migliori. Plusvalenze? Sistema preoccupante"

di Redazione FcInterNews
"Si deve continuare a lavorare sui settori giovanili. Veniamo da un grande trionfo ma il minutaggio degli italiani è passato dal 68% del 2006, al 36% del 2020". L'allarme è di Umberto Calcagno, presidente dell'Assocalciatori, sul Corriere della Sera. "Purtroppo il problema è ancora più forte, per la norma fiscale sui cosiddetti “impatriati” che permette di pagare la metà dell’Irpef a chi arriva dall’estero: abbiamo una sperequazione per i calciatori che sono già in Italia".

Dibattito aperto anche sul Mondiale biennale e in generale sul numero di partite sempre più alto. "Il punto fermo sul quale tutti i calciatori sono d’accordo è che non si può continuare a giocare così tanto. Le finestre Fifa ad esempio vanno riviste. Non contrastiamo la ricerca di nuove risorse, ma alle nuove competizioni ci si deve arrivare con il merito sportivo. Altrimenti c’è il rischio di svilire i campionati interni. Con meno partite in competizioni più ricche non è detto che si debba guadagnare meno. Il top player si pone il problema di svolgere la sua attività professionale in maniera diversa, con meno partite e meno viaggi, per fornire prestazioni migliori".

Calcagno tocca diversi altri punti: i vaccini ("Siamo stati un esempio"), le norme di ammissione ai campionati ("devono tornare alla coerenza pre pandemia") e le plusvalenze. "È preoccupante - dice - un sistema basato su di esse e sulle rivalutazioni, perché creano un beneficio immediato ai bilanci, ma poi li appesantiscono con gli ammortamenti. È un cane che si morde la coda".
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