Calcagno: "Taglio degli stipendi? Scelte sbagliate negli ultimi dieci anni. Ora è possibile generare nuova ricchezza"
Nel giorno in cui sarà eletto come nuovo presidente dell'Aic, Umberto Calcagno parla a La Repubblica del momento del calcio italiano, lui che sarà chiamato a raccogliere l'eredità di Damiano Tommasi in una situazione particolare per tutto il movimento.
I club per uscire dalla crisi tagliano i costi dei calciatori.
"Quello degli stipendi è uno specchietto per le allodole: chi negli ultimi 10 anni ha fatto scelte sbagliate le paga oggi. Va bene ridurre i costi, ma non sento mai parole come progettualità e sostenibilità".
Domani scade il termine per pagare gli stipendi di settembre e molti club sono in ritardo.
"Non è vero: più della metà dei club professionistici paga mese per mese, e a fine ottobre aveva già versato anche settembre: si deve partire da questo".
Intanto la Serie A chiude accordi miliardari con fondi di investimento.
"La sensazione è che il sistema sia capace di generare nuova ricchezza. Ma la vera sfida è capire come ridistribuire queste risorse. Non dobbiamo ostacolare lo sviluppo della nuova Champions, ma monitorare sì: anche il negoziato dei diritti tv in Serie A. Va tutelato il sistema solidaristico: in caso di retrocessione non può esserci la morte del club. E i calciatori della Nazionale hanno già donato 4 milioni al fondo di solidarietà dei calciatori".
Toni Kroos, del Real, ha attaccato Fifa e Uefa per i calendari troppo fitti, in Italia nessuno dice nulla.
"No, ma serve una riflessione: in futuro il rischio è che i migliori giocatori giochino sempre meno nei campionati nazionali, falsandoli. L’Aic insieme a Fifpro, sindacato mondiale, ha sollevato il tema".