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Cannavaro: "Inter non bene nel derby. Il Napoli adesso può approfittarne"

di Alessandro Cavasinni
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Fabio Cannavaro offre un commento "originale" al derby di ieri e pronostica il Napoli come possibile vincitrice dello scudetto. "Non mi è piaciuta per niente come partita. L’Inter l’ha controllata ma senza giocar bene, poi si è un po’ rilassata e il Milan l’ha ribaltata coi colpi di un campione come Giroud, ma le squadre non mi sono piaciute. E complice anche il risultato, il campionato è decisamente aperto".

Dunque può sperare anche il Napoli?

«Fossi in Spalletti farei rivedere alla squadra il derby per caricarsi. Per capire che le differenze non sono molte. E che si può inseguire un sogno».

Cosa manca a Spalletti per colmare le distanze?

«Sul piano del gioco nulla. Nel senso che il Napoli si esprime davvero bene e ora che sta recuperando tutti gli uomini può solo migliorare, però...».

Cosa?

«Ha ragione Spalletti la partita difficile da vincere è quella di oggi col Venezia. Sotto l’aspetto caratteriale la squadra ha mostrato dei limiti e la differenza in classifica l’hanno fatta le sconfitte interne contro Empoli e Spezia. Anche l’anno scorso sfuggì la qualificazione Champions per un punto “perso” contro il Verona. È su quello, sulla testa, che deve lavorare Luciano».

Sabato contro l’Inter, se vincerà a Venezia, potrà sfruttare il momento positivo?

«Intanto testa a Venezia e nient’altro. Poi non credo che l’Inter accuserà il colpo più di tanto. La squadra è solida e gioca anche più sciolta, con maggiore fantasia rispetto al passato. Simone Inzaghi lascia liberi di inventare i suoi giocatori più tecnici e questo ha dato sicurezza ai nerazzurri. Magari hanno subito qualche gol evitabile, ma restano la formazione più robusta. Sono abituati a vincere e anche il cammino in Champions ha dato altra autostima al gruppo».

Guardando al calendario, il Napoli dovrà ospitare entrambe le milanesi.

«E questo è molto importante perché vincere uno scontro diretto diventa fondamentale e vale sei punti. Però poi non puoi sottovalutare le sfide con le medio-piccole, con chi ha bisogno assoluto di punti per salvarsi. Ecco perché sembra essere ripetitivi, ma se non si vince a Venezia questi discorsi perdono di significato».
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