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Casini: "Serie A a 18 squadre idea con pro e contro. Tetto salari irrealistico. Juve? Le istituzioni non commentano la giustizia"

di Egle Patanè

Intervistato dal Corriere della Sera, il numero uno della Lega Serie A, Lorenzo Casini fa il punto ad un anno dall'inizio del suo mandato. "Essere riusciti a convincere governo e Parlamento della necessità di modificare la legge Melandri, liberalizzando la commercializzazione dei diritti audiovisivi all’estero e portando fino a cinque anni la durata del prossimo ciclo di diritti in Italia" è uno dei temi di cui va fiero il Presidente della Lega che continua: Abbiamo poi programmato con anticipo calendario e orario delle partite, come avviene in Premier League: tifosi e club hanno gradito".

Sulle riforme:
"Nel nostro documento abbiamo indicato molte misure per valorizzare i giovani, attivare le seconde squadre, migliorare il rapporto tra le leghe, potenziare le infrastrutture. Alcune sono immediate e già sono state realizzate, come l’introduzione del fuorigioco semi-automatico. Per altre ci vorrà più tempo".

Sulla Serie A a 18 squadre:
"Su questo punto i club si sono espressi prima del mio arrivo. Si può fare un’ulteriore riflessione, però con dati seri sui pro e contro anche in termini di audience e rappresentatività territoriale, nel quadro delle riforme di cui ha bisogno il nostro settore. Come in tanti rilevano, le partite in calendario oggi, tra campionati, coppe e nazionali, sono diventate forse troppe". 

Tetto salari?
"Irrealistico introdurre limiti solo in Italia se non si pongono a livello europeo. Vista la specificità dello sport, la Uefa e l’Ue potrebbero lavorare insieme, anche con federazioni e leghe, per adottare misure ad hoc". 

Tema diritti tv:
"Il contesto globale non è semplice. L’ad della Lega sta lavorando sul fronte italiano e su quello internazionale, anche approfittando delle recenti modifiche legislative. Canale di Lega? È una delle opzioni previste dalla legge. Fondi? Abbiamo ricevuto molte manifestazioni di interesse. Sarà l’assemblea a decidere come procedere, ma non prima, spero, di aver chiarito dove si vuole arrivare e come sviluppare la crescita della serie A. Andrebbe evitato l’errore di partire dal mezzo senza aver prima identificato il fine".

Sul caso che riguarda la Juve conclude:
"La Lega è una istituzione e non commenta la giustizia sportiva, tanto meno a procedimento aperto".


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