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CdS - Basta attacchi a Thohir, il tycoon non li merita

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: Corriere dello Sport

Furio Zara, editorialista del Corriere dello Sport, ha voluto prendere posizione in merito agli attacchi che si stanno susseguendo all’indirizzo di Erick Thohir. Ecco quanto si legge nell’edizione odierna del quotidiano: “Però ora basta. Tana liberi tutti; facciamola finita. Che dirà il prossimo? Che ha l’alito da pozzo nero perché si lava i denti con l’aglio, per non dire del chihuaua in umido che si è pappato l’altra sera a cena spolverandolo col peperoncino? Che tiene il rinforzo nel tacco?, dai, si sa che gli indonesiani sopra l’uno e sessantacinque non ci arrivano neanche saltando. Che somiglia a Winnie The Pooh dopo un prelievo del sangue? Nel giro di un oplà Erik Thohir si è beccato una serie di insulti gratuiti, manco si fosse fregato San Siro per portarlo a Giacarta, smontarlo, taroccarlo e rivenderlo in confezioni-mignon a 2,99 euro l’una. Pover’uomo. La colpa di Erik Thohir è una: non è Massimo Moratti. E così il «Viperetta» Ferrero ha raccontato di aver consigliato a Moratti di «cacciare quel filippino». Alè. Noblesse oblige. Non richiesta, pure la signora Evelina Christillin, dal pulpito di una orgogliosa juventinità, l’ha pubblicamente irriso dandogli del «Cicciobello a mandorla». Fate entrare i domatori: siamo al circo vero? Domanda: cosa ha fatto di male Thohir? Ok, non spende. Ok, ha azzerato la storia-morattiana in un solo colpo di aspirapolvere. Ma si merita questo accanimento? Noi pensiamo di no. Eppure, lo sappiamo bene, succede così quando il calcio italiano va oltre il bar sport (sarebbe già qualcosa), e diventa un parcheggio di maleducazione dove ci si insulta a gratis, pensando pure - ah, ah ah - di risultare simpatici. E’ il do di gomito del triste barzellettiere che non fa più ridere nessuno e cerca consensi scavando a mani nude nel «cafonal». Una preghiera: lasciate in pace Thohir, giudicatelo per quello che fa. Soprattutto: accettate il fatto che non è Moratti. Ca-pi-to? Non è Moratti. E’ dura, ma ce la possiamo fare. Altrimenti il prossimo step - come direbbero certi nostri dirigenti - è il rutto libero”.


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