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CdS - Ci sono cinque motivi per salvare De Boer

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

Frank De Boer sembra avere le ore contate, ma il Corriere dello Sport non ci sta e in cinque punti spiega perché il tecnico olandese meriterebbe di restare sulla panchina nerazzurra. 

1) La squadra - "Siamo forti ma non siamo un gruppo". Le parole di Eder, subito dopo il ko di Bergamo, sono un’ammissione di colpa: conoscendo l’italobrasiliano, sono pure spontanee e sincere, nessuna frase di circostanza. Un’autocritica che in parte scagiona De Boer.  

2) I singoli - Gli errori individuali pagati a caro prezzo: questione di lucidità. Dall'approccio alla partita ai gol regalati nei finali di gara.
 
3) L’Europa League - Approccio rilassato e il nodo della lista: più rischi che benefici. In un girone così, sulla carta l’Inter avrebbe dovuto avere vita non facile, ma facilissima: il giusto turnover, un percorso agevole e una qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League magari già in tasca dopo le prime quattro partite. Quella che poteva essere una risorsa si è rivelata per De Boer una minaccia. 

4) La società - Già 8 tecnici in 6 anni l’ennesimo cambio sarebbe una sconfitta. Dopo Mourinho, sulla panchina dell’Inter si sono alternati già 8 allenatori in 6 anni. Saltasse De Boer, si arriverebbe a quota 9. E’ vero, nello stesso intervallo ci sono stati non uno ma ben due passaggi di proprietà, tuttavia la scelta frenetica di abortire un altro progetto sarebbe l’ammissione di aver fallito in questi anni o nella scelta dell’allenatore o nel modo di supportarlo.
 
5) Il mercato - E’ stato un mercato ricco, quello dell’Inter cinese: oltre 129 milioni di euro in acquisti. Le strategie, però, erano state delineate quando sulla panchina nerazzurra c’era ancora Roberto Mancini. E questo vale anche per quelle operazioni che si sono poi effettivamente concluse a fine agosto, quando il cambio della guardia era già avvenuto. 


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