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CdS - Ripartenza: tempi lunghi per chi rientra dall'estero. E per i contagiati potrebbe servire una nuova idoneità sportiva

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

Possibile che, alla ripresa, alcuni club potrebbero dover fare a meno di chi è tornato in patria? Al momento, si naviga a vista, ma non è uno scenario inverosimile vista la quarantena ulteriore che dovranno affrontare tutti quei giocatori ora all'estero e che dovranno tornare in Italia (Brozovic, Handanovic, Lukaku, Godin, Eriksen, Moses e Young gli interisti). Lo spiega il Corriere dello Sport, che spiega come ad esempio, in Lombardia,  la prima data possibile per fare di nuovo sport all’aria aperta distanti dalle rispettive abitazioni (e dunque anche riprendere gli allenamenti) è il 16 aprile. In attesa di vedere se il Governo uniformerà tutte le regioni a questa data (la prospettiva di vedere assembramenti a Pasquetta sono visti come un incubo), l'Inter e il Milan hanno la convinzione che ordinare ai propri tesserati il ritorno prima dall'1-2 aprile sarebbe inutile. 

Inoltre, potrebbe essere richiesta una nuova idoneità sportiva prima di ripartire. L'Aic vuole un protocollo di lavoro concordato a tavolino da tutte le parti per riprende il lavoro in sicurezza, mentre i sanitari riflettono sulla possibilità di fare screening medici approfonditi su calciatori che hanno contratto il virus per escludere che questo abbia lasciato tracce sugli organismi. 


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