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CdS - Var vittima dell'omertà di categoria. Il rigore su Biraghi facilmente rilevabile al monitor

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

Tante e gravi le sviste arbitrali nell'ultimo turno di campionato, con l'ovvia polemica a corredo. Oggi il Corriere dello Sport mette sul banco degli imputati tutto il sistema, sottolineandone le mancanze soprattutto in fatto di ricorso al Var. "Lunedì mattina, un bar qualsiasi, davanti al caffè post-campionato, dove si racconta e si rivive di tutto, una frase suona stridente: «Ma così a che serve la tecnologia? Se poi al VAR non ci vanno, allora meglio come era prima» - si legge -. Non lo pensa uno solo, lo cominciano a pensare in tanti. Ma il problema non è il VAR (inteso come strumento in auto - e non contro - gli arbitri) che invece è il futuro e del quale non si può fare a meno, ma tutto quello che gli gira intorno, che lo fa (o dovrebbe far) funzionare. Ed ogni giorno che passa, ogni campionato che si avvicenda, il problema della scarsa qualità dei nostri direttori di gara si fa non solo palese ma addirittura predominante. Chi li guida tecnicamente (politicamente lasciamo perdere) deve spesso fare buon viso a cattivo gioco".

Pessimo, ad esempio, l'arbitraggio di Guida in Fiorentina-Lazio. E non meglio è andato Chiffi in Inter-Parma. "A Nicola Rizzoli, gli arbitri, servono tutti. Fossero, poi, come Rocchi e Orsato, il designatore potrebbe ritirarsi nel suo studio di architetto - attaccan il Corsport -. Invece non lo sono. Ogni domenica, gli errori dei “fischietti” di casa nostra sono molti e quasi tutti facilmente risolvibili con l’aiuto del VAR. L’ultima giornata è esemplificativa: un rigore non dato all’Inter (fallo su Biraghi che al monitor sarebbe stato facilmente rilevabile); uno non dato al Bologna (anche qui, che ci voleva?); uno al Cagliari (le immagini sono sotto gli occhi di tutti); uno alla Lazio (clamorosa la spinta di Caceres su Sottil), che poi ha “beneficiato” di una svista sul contatto Lukaku-Sottil. Dunque, ci voleva tanto per dire all’arbitro: «Guarda, scusa, vai a rivedere». Invece c’è una sorta di omertà di categoria, come se ci si spalleggiasse l’uno con l’altro per evitare la “gogna” del monitor. E tranne pochi casi, qualsiasi cosa va bene per «supportare» (si dice così) la decisione di chi è in campo. Colpa, anche, di indicazioni non sempre chiare, anzi, spesso in contrapposizione fra loro (leggi alla voce: falli di mano)". 
 


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