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Commisso: "Non credo sia possibile tornare in campo. E la crisi ridimensionerà il mercato"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

"Lavoro tutto il giorno, qui a casa in New Jersey. Poi esco e faccio la spesa, da solo. A Mediacom abbiamo avuto una persona positiva al coronavirus, e lavorano tutti da casa". Lo dice Rocco Commisso, intervistato dal Corriere dello Sport.
 
Intanto in Italia si pensa di far ripartire il campionato a maggio. È accettabile? 
"Mi piacerebbe, perché vorrebbe dire che l’emergenza è finita, ma non saprei, non credo. Nessuno può dire cosa succederà tra due settimane, un mese. Se poi si ammala un altro giocatore, cosa facciamo? L’importante è non compromettere anche la prossima stagione. Noi abbiamo parlato dei nostri tesserati contagiati, ma gli altri?". 
 
Nel frattempo la Juventus ha trovato l’accordo con i giocatori per tagliare gli stipendi.  
"Ha dato il buon esempio, anche se non conosco i termini. Ma la Juve è una corporation, è quotata in Borsa. Non so se sia una linea da seguire, aspetto che la Lega esca con una proposta per tutti, finora non abbiamo fatto niente". 
 
Ci sarà un prima e un dopo il coronavirus, anche per il calcio. Intanto, non avremo più i colpi di mercato da 150 milioni. 
"Lo penso anch’io. Non ci saranno, non dico per sempre, ma il ridimensionamento sarà uno degli effetti della crisi". 
 
Andrea Agnelli spinge per la Super Lega. Secondo lei, la crisi finanziaria potrebbe portare a un campionato d’élite? 
"La Juve è italiana, ha tifosi che vengono dalla Calabria e dalla Sicilia per vederla. Agnelli e la Juventus sono diventati quello che sono grazie all’Italia. Questa della Super Lega è un’idea sua, un’idea che ha lui ma non credo arriverà mai a realizzarla". 

Novità su Federico Chiesa?  
"Non possiamo incontrarlo adesso perché c’è il virus di mezzo, ma presto ci metteremo a un tavolo e ne parleremo. Avere un contratto nuovo è importante per noi e per lui". 


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