Corriere della Sera - Tutta la rivoluzione manciniana nel cambio Vidic-Hernanes. Il tecnico ora è più British...
Interessante analisi del Corriere della Sera che analizza il match di giovedì scorso contro il Wolfsburg in chiave decisamente rivoluzionaria. Quantomeno 'rivoluzionaria' è l'idea che Mancini ha in mente per l'Inter, concretizzatasi al 13' del secondo tempo, quando fuori Hernanes per Vidic, il tecnico jesino è passato dal 4-3-3 al 3-5-2 con Santon e D'Ambrosio più alti e larghi per mettere in difficoltà gli esterni tedeschi.
Il cambio per vincere - A posteriori è stato un suicidio: da Vidic, che già con Mazzari aveva denotato una certa allergia alle difese che non siano a 4, è partito il retropassaggio che ha prodotto lo sciagurato errore di Carrizo da cui è nato il 2-1 di De Bruyne. E poi è arrivato il 3-1, insieme ai primi veri mugugni dei tifosi interisti contro Mancini. Colpevole, secondo molti, di un cambio di modulo in corsa che ha peggiorato la situazione. Il dato di fatto è evidente, ma Mancini ha spiegato nel dopopartita che anche col 4-3-3 la squadra aveva iniziato ad abbassarsi troppo: "Qualcosa si doveva cambiare". E il cambiamento è consistito proprio nel fare qualcosa che difficilmente ci si aspetta da un allenatore italiano: invece che coprirsi, ha provato a vincere.
La rivoluzione - Eccola, la rivoluzione: è difficile immaginare un tecnico italiano che, trovandosi sull’1-1 in una trasferta di Coppa, non cerchi di portare a casa il risultato in vista del ritorno. Lo stesso Mancini della sua prima esperienza all’Inter avrebbe fatto qualcosa di simile. Ma non quello versione 2015, profondamente cambiato dalla sua esperienza inglese.
L'idea 'British' - Gli anni al Manchester City hanno evidentemente inoculato nel Mancio un’altra idea di calcio: più inglese, e generalmente più europea. Un’idea per la quale in primo luogo si vince segnando un gol in più, e pazienza se se ne prende qualcuno di troppo. La partita col Wolfsburg ne è stato un esempio (magari fin troppo) vistoso: una sfida tra due squadre aperte, divertenti, magari con le difese piuttosto allegrotte ma determinate a vincere senza curarsi troppo della questione dei gol fatti o subìti in trasferta. Può andarti bene o male. E all’Inter è andata male. Facendo irritare il tifoso nerazzurro che è notoriamente conservatore e non troppo aperto al futuro.
Il Mancio che non t'aspetti - Naturalmente, il tifoso nerazzurro non si sarebbe irritato se con i cambi di Mancini l’Inter a Wolfsburg avesse vinto. O non perso. Perché il tifoso dell’Inter è anche italiano, quindi bada più al risultato che al modo in cui lo si ottiene. Detto in altri termini: meglio pochi punti, maledetti e subito che una costruzione per lo meno di medio periodo. Cioè il contraltare perfetto di quanto lo stesso Mancini, un mesetto fa, ebbe a spiegare a chi gli faceva notare che la sua media punti era inferiore a quella del suo predecessore. "Se Mazzarri fosse rimasto, sicuramente avrebbe avuto 4-5 punti in più perché questa era una squadra fatta per giocare in un certo modo", fu la risposta di Mancini. La meno italiana che si possa immaginare. Poi, ognuno è libero di scegliere da che parte stare.