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Corsera - Mancini, parole come pietre. Ma pure lui...

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere della Sera

"Si può perdere, anche se 10 sconfitte in un campionato sono un’infinità. Si possono subire dei gol, anche se l’1-0 regalato a Klose è di quelli inaccettabili anche al torneo dei giornalisti. Si possono sbagliare dei gol, anche se con una media partita di 1,3 non vai da nessuna parte. Quello che non si può è giocare con la faccia con cui l’Inter ha non-giocato contro la Lazio. Per questo Mancini era furioso. Ha definito i giocatori «molli», «polli», «pietosi», «senza qualità», e via ringhiando. Parole come pietre, pure condivisibili, soprattutto se si pensa che con gli stessi uomini l’Inter aveva steso il Napoli. Ma si sa: un conto è trovare una formazione, un conto una squadra". Questo quanto oggi sottolinea il Corriere della Sera. "Parlare di stimoli in un mondo di professionisti fa sempre sorridere e pure innervosire, resta il fatto che il massimo critico di questi polli è proprio il tecnico che li allena e alleva giornalmente da molti mesi. Non è curioso? E non è curioso anche il distacco dalla truppa puntualmente ostentato dal Mancio quando pensa di essere stato tradito? E invece qualche grave errore lo ha compiuto pure lui. Per esempio, quello di pensare di poter trattare i giovani o coloro non abituati a vincere come fossero cosiddetti top player, che notoriamente non hanno bisogno di consigli". Adesso, secondo il quotidiano, servirà innanzitutto capire da chi ripartire per costruire il futuro. 

 


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