Corsera - San Siro, i club svilupperanno la suggestione di un Meazza con un diverso ingombro
Sul Corriere della Sera di oggi si ripercorre l'andamento della riunione di ieri tra Inter, Milan e Comune di Milano, iniziato con il deciso "no" dei club all'idea di due grandi impianti uno vicino all'altro. "La risposta, come si era già ampiamente capito un paio di settimane fa, è stata negativa. Il doppio impianto, secondo i consulenti dei club, ingenera troppe criticità, dalla sicurezza alla viabilità, «oltre a una situazione di forte densificazione edilizia delle volumetrie complementari». L’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran che notoriamente ha lingua agile e veloce ha risposto per le rime: se non c’è posto per i due stadi non c’è posto neanche per tutte le volumetrie aggiuntive che avete richiesto. A quel punto il presidente del Milan, Paolo Scaroni e l’amministratore delegato dell’Inter, Alessandro Antonello avrebbero potuto prendere cappello e andarsene. Invece l’incontro è andato avanti per un’ora perché Palazzo Marino ha aperto una porticina dopo aver visto i rendering con le «tracce» di San Siro. Il Comune ha invitato le due squadre a sviluppare la «suggestione»".
Tramonta però l'idea di un San Siro ridotto per il calcio femminile o giovanile. "Funzioni sportive non professionistiche può significare di tutto: dalla sgambatella mattutina alla partitella di calcio tra amici. Così come sembra tramontare lo spazio alternativo per i concerti vista la mancanza di una copertura. L’altra parola magica usata dai club è «modifica dell’ingombro dello stadio». Che significa? Secondo i club significa che è possibile ridurre in maniera significativa la presenza del Meazza, il cui «ingombro» ridurrebbe le volumetrie richieste dalle squadre. Ma detto con parole meno diplomatiche modificare l’ingombro significa demolire il Meazza, abbatterlo, se non lasciando in piedi porzioni «simboliche». Parole di chiarezza ancora non ci sono. Se non il fatto che sembra essere ritornati all’antico, quando si parlava di un nuovo stadio e della «memoria» del vecchio. La tela si dipana e la tela si sfila".
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