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Covid-19, Zaccheroni: "Il calcio si sarebbe dovuto fermare prima, ma alla ripartenza sarà tutto più intenso"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"Questo dramma del Coronavirus spesso mi fa ripensare e per certi rivivere il terremoto in Giappone nel 2011, con conseguente esplosione nucleare. E’ durato più di due minuti, una vita. Io ero lì (era c.t. della Nazionale, ndr), tappato in casa. Guardavo fuori dalla finestra e c’era il deserto. La gente è stata chiusa in metro per ore. Momenti, e giorni terribili. Pian piano si è tornati alla normalità, invece questa situazione tragica e surreale sembra non aver fine. Sto ricevendo tante chiamate messaggi di solidarietà dai Paesi dove ho allenato: Cina, Giappone, Emirati. Fanno piacere". Lo dice Alberto Zaccheroni, intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport.

Il calcio andava fermato prima?
"Col senno di poi, sì. Almeno si doveva avere la determinazione di fermarsi già la domenica dalla partita Parma-Spal sospesa e poi ripartita, era l’occasione. Un turno in meno di abbracci e contatti tra giocatori chiaramente da evitare".

Quando ripartiremo?
"Prima o poi, e sarà tutto più intenso: i rapporti con la gente, la vita di tutti i giorni, la gioia nel vedere calcio e sport. Ma questa stagione non so come faremo. Soprattutto per le coppe: sarà difficile superare i confini, per la paura reciproca di ri-contagio. In campionato se ci sono i tempi ok, e solo se si è più che sicuri che non c’è più pericolo. Ma i play off no. I risultai finali con dei play off non pianificati in partenza sarebbero ancora più falsati. A proposito, mi fa piacere che il presidente Abe abbia detto no alle Olimpiadi. Giusto così: deve essere una festa globale, devono partecipare tutti i Paesi. Sarà la rinascita della Sport".

Nel frattempo, giusto tagliare gli stipendi?
"Le imposizioni non mi piacciono. Preferisco quello che stanno facendo in Germania e in Inghilterra. Riduzione spontanee dei giocatori, secondo coscienza".


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