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Crociati ko, il prof. Mariani: "La fatica mentale può avere importanza. Ma l'approccio non deve essere di attesa"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Il professor Pier Paolo Mariani, chirurgo ortopedico di Villa Stuart e noto al mondo del calcio per aver operato decine di campioni, ha parlato alla Gazzetta dello Sport per affrontare il tema dei tanti infortuni traumatici in particolare alle ginocchia che si stanno susseguendo in stagione. "Dopo l’operazione al crociato non bisogna avere paura. La vera differenza è non far perdere al giocatore la sua performance sportiva - dice -. Quello che fa la differenza è il ritorno in campo rapido, un ritorno che deve essere molto veloce. Più lo sportivo sta fuori dal campo di calcio e più complicato sarà tornare quello che era prima".

Qual è la tendenza?
"È quella di dire al ragazzo di aspettare. È una tendenza anche psicologica, di attesa. Questo approccio è visto in modo non vincente, provoca un danno al giocatore e anche alla società. Per un giocatore, e anche per il club, è fondamentale rimanere nella stessa performance sportiva precedente".

C’è un allarme infortuni in Serie A?
"Non c’è un allarme infortuni. Bisogna prendere un parametro statistico. Prima si giocava una partita a settimana, poi due, poi tre. Se vai a comparare sette-otto mesi degli ultimi cinque anni, probabilmente la statistica dimostrerà che rispetto alle ore giocate alla fine non c’è tutta questa incidenza. Adesso l’incidenza può essere aumentata".

Da cosa può dipendere?
"Il calcio è uno sport di contatto e un trauma per un’entrata scomposta dell’avversario è difficile da evitare. La fatica mentale però può avere una sua importanza".


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