Di Biagio: "Il derby, che ricordi. Con i tifosi dell'Inter un rapporto super. Gli italiani? Barella il migliore, Bastoni un predestinato"
Gigi Di Biagio, ex commissario tecnico dell'Under 21 con un lungo passato da calciatore dell'Inter, di derby se ne intende. Ne risolse uno nel 2000 segnando il gol decisivo (finì 2-1). Mise a segno una rete anche in un pari dell'anno successivo. "Sicuramente ricordo con piacere quelle partite grazie ai gol realizzati. Ma devo dire che anche il derby del 2002, quando vincemmo per 1-0 con rete decisiva di Bobo Vieri, dopo una grande azione orchestrata insieme a Nicola Ventola, merita di essere menzionato per via dell’importanza di quella specifica gara. La sentivamo molto, volevamo vincere a tutti i costi", ricorda a Tuttosport. "Forse il mio ricordo più bello è proprio il primissimo in maglia nerazzurra. Arrivai a Milano il venerdì, esordii domenica per una ventina di minuti. Entrai in campo, alla prima toccata lanciai Vieri che realizzò il 3-0 contro l’Hellas Verona. Tutto lo stadio si alzò in piedi e partì in modo naturale un coro a me dedicato. Nacque un rapporto incredibile con i tifosi dell’Inter, un qualcosa che porterò sempre dentro. Poi certo, ci sono anche tanti gol importanti, oltre al dispiacere che in un anno siamo andati vicini a vincere tutto e poi non ci siamo riusciti".
Riguardo al derby di domenica, Di Biagio commenta: "Finalmente si gioca un derby scudetto, tra due squadre importanti. Ad inizio stagione non pensavo che il Milan potesse fare così bene, vedevo l’Inter più avanti per il tricolore. Oggi credo che i nerazzurri godano ancora dei favori del pronostico, ma i rossoneri restano un’ottima squadra. Vedremo una grande partita. La frase: ‘il campionato è lungo’ la si dice sempre. Ma un’eventuale vittoria dell’Inter, magari con due gol di scarto, importanti ai fini degli scontri diretti, darebbe una bella sterzata al campionato. Sarebbe una bella botta".
Di Biagio fa una carrellata di quelli che sono i giocatori italiani più importanti nell'Inter, Barella su tutti ma anche Gagliardini. "Entrambi rappresentano il prototipo del calciatore moderno. Sanno fare tutto. Sono interni di centrocampo che si inseriscono e posseggono intelligenza tattica. Parliamo di giocatori di altissimo livello, oggi si parla di più di Barella, ma non dimentichiamoci che quando Gagliardini firmò per l’Inter sembrava uno dei centrocampisti più forti d’Italia. E resta un ottimo elemento, Barella miglior italiano? Per quello che sta facendo vedere in questo periodo sì. Dovrà confermarsi, ma sicuramente ce la farà. Conosco il ragazzo e la sua voglia. È sicuramente tra i giocatori più forti della Serie A e ci siamo perché lo sia anche in Europa. Bastoni? Alessandro è fantastico. A 18 anni era titolare in under 21, poi l’ho pure convocato in nazionale maggiore per uno stage quando ero c.t. ad interim. Su di lui non ho mai avuto dubbi. È un predestinato".
Parentesi aperta anche su un altro interista, oggi all'Hellas Verona: Federico Dimarco. "Aveva bisogno di tempo e di certezze, stava esplodendo a Parma, proprio nell’anno in cui segnò un bellissimo gol all’Inter. Poi si infortunò e lo convocai all’Europeo nonostante avesse giocato pochissimo. Guardi come calcia e come pulisce la palla. Federico intuisce traiettorie di gioco come pochi. Un terzino con le sue caratteristiche in Italia non era ben visto, a differenza della Spagna. Sono contento che ora stia cambiando la visione per giocatori di questo tipo. Anche lui è top club e uno da Inter".
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