Garlando: "Conte e Sarri, tra similitudini e differenze. Antonio come Herrera e Mourinho"
Fonte: Gazzetta dello Sport
Antonio Conte e Maurizio Sarri accomunati dall’interpretazione maniacale della professione. Lo scrive stamane Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport: "Due furori diversi, uno spirituale (Conte), l’altro ideologico (Sarri) - si legge -. Antonio ottiene il massimo (e anche più) da ogni giocatore perché sa spremergli l’anima e motivarlo con carisma militaresco. Come HH che ripeteva a Bicicli «sei meglio di Garrincha», come Mou che convinse Eto’o di essere un terzino. Grazie a Conte, Giaccherini ha volato ad altezze impensabili, Candreva ha già cambiato pelle. Precisiamo. Non è che i giocatori di Conte facciano bene solo perché strilla come un marine. Anche per lui, alla base, c’è un patrimonio di conoscenze. Però è indubbio che il carattere distintivo sia l’empatia immediata, la facilità con cui riesce a trasmettere idee e spirito, la credibilità che riesce a ottenere subito. Una credibilità che viene anche dal suo passato. Nello stesso ’94, mentre Antonio cercava di conquistare il mondo negli Usa, Sarri allenava il Cavriglia in Promozione. L’Inter si è trovata di fronte un ex campione, che da mister ha vinto 3 scudetti alla Juve e uno al primo colpo al Chelsea. L’Europa League di Sarri non ha fatto la stessa impressione a CR7. Sarri non ha mai potuto spendere il passato per ottenere consensi. Solo il presente".
In comune anche l'esperienza di Londra, al Chelsea. "Conte è entrato ovunque, come l’acqua nella falla di una nave. Ha determinato il mercato, lo ha contestato pubblicamente per farlo ripartire. Ha stravolto la lavagna di Spalletti - spiega Garlando -. Si difendeva a 4? Ora a 3. Si arretrava senza palla? Ora si difende correndo in avanti. L’Inter è già profondamente contiana nell’intensità offensiva, vista con il Lecce, e nella capacità di vincere nella sofferenza, mostrata a Cagliari. Ma ad Antonio non basta. Pretende di modificare addirittura la storia, la genetica del club. Ha bandito la «pazza Inter»... Per lui è più facile. È entrato in una società che sta per festeggiare 10 anni dal Triplete a pancia vuota. Cambiare è un dovere. Imporre novità ai campioni di 8 scudetti e a Cristiano è più complesso".
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