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Garlando: "Coronavirus, la corsa scudetto non è falsata. Ma rischia di diventare un'altra cosa"

di Mattia Zangari

"Lo scudetto al tempo del Coronavirus rischia di diventare un’altra cosa. Non diciamo falsato, perché nove mesi di campo non mentono mai, ma sicuramente un’altra cosa perché cambiano i contesti e le condizioni di gioco". Comincia così il pezzo a firma Luigi Garlando pubblicato sull'edizione odierna della Gazzetta dello Sport. "Premessa d’obbligo, scontata, ma necessaria: il calcio, lo sport vengono dopo - scrive il giornalista della rosea -. Prima vengono la vita, la salute e il bene comune. Stavolta il calcio non merita esenzioni o privilegi. È piazza aperta, non castello chiuso. È la parte di un organismo e qui conta la salute dell’organismo. Deve obbedire e adeguarsi a ciò che viene stabilito per il bene della società, anche a costo di rinunciare alle condizioni ideali di competizione. Anche a costo che la partita più attesa si giochi a porte chiuse: Juve-Inter dell’1 marzo. A parte la tristezza della cornice per un evento di tale spessore, a parte l’incasso che la Signora riuscirebbe a salvare, è chiaro che alla Juve verrebbe a mancare il vantaggio del pubblico. In oltre 8 anni la Juve ha perso solo 5 partite di campionato allo Stadium. L’auspicio è che le decisioni istituzionali siano state prese con rigore, competenza, ma anche con buon senso, senza farsi trascinare dalla isteria collettiva. Come scriveva il Manzoni nei “Promessi sposi” a proposito della peste: 'Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune'. Juve e Lazio, che hanno giocato, si sono portate a +6 e+5 e questo è uno svantaggio psicologico per l’Inter che fatica pure a collocare il recupero con la Samp. Sulla carta l’unica data libera è il 20 maggio, cioè a ridosso dell’ultima giornata, magari decisiva, contro un avversario tosto come l’Atalanta. In alternativa, dovrebbe ritoccare le date di Coppa Italia. Comunque un fastidio per Conte". 


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