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Garlando: "Fame e turnover: sono queste le battaglie che dovrà vincere Inzaghi"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

"Dopo 5 giornate, in testa al campionato, ci sono 7 squadre racchiuse in soli 3 punti, 8 se l’Atalanta vincerà il recupero della partita con il Como, saltata ieri. Un’ammucchiata come neanche sul Ponte di Verrazzano alla partenza della maratona di New York. Per ritrovare l’ottava in classifica così vicina alla prima, bisogna rinculare al 2016-17, quando la Juve (12) conduceva sul Napoli (11) e il Bologna, ottavo, distava solo 3 punti". Luigi Garlando, sulla Gazzetta dello Sport, sottolinea il grande equilibrio in vetta in questa nuova Serie A.

"L’Inter resta il maratoneta più pronosticato, per qualità di rosa e di gioco, ma non corre più come prima - si legge -. Ha approcciato male 3 partite su 5 (Genoa, Monza, Milan), i ritocchi di formazione preventivi (Monza) e successivi (derby) al partitone di Manchester, sono costati 5 punti. Fame e turnover: sono queste le battaglie che dovrà vincere Inzaghi. La fatica di Manchester era molto più di un alibi, ma non c’entra con l’inizio di partita molle. Al 1’ nessuno è stanco. All’inizio dei due tempi i nerazzurri camminavano e, distratti, hanno concesso occasioni. La testa non ha trasmesso ferocia alle gambe. Il calendario impone rotazioni necessarie, ma vanno calibrate col bilancino del farmacista, miscelate ad arte, per intaccare il meno possibile la competitività della squadra. Non è successo a Monza, dove è stato estirpato il polo creativo (Bastoni, Barella, Calhanoglu) e soprattutto nel secondo tempo del derby, quando è stata chiamata fuori tutta la mediana, come una linea di hockey. Uno tra Barella, guerriero da derby, e Calha, ex elettrico, spiriti orgogliosi capaci di andare oltre la fatica, deve restare in campo. Il Milan ha passeggiato sulle tenere riserve. Fame e turnover: l’Inter si gioca tutto qui. E con i gol di Lautaro che, da marzo, ha segnato solo al Frosinone".


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