Garlando: "Inter e Juve hanno le carte migliori. Il Milan di Pioli l'asso: il gioco"
Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport, immagina la corsa scudetto come una partita di poker in cui i Conte e Pirlo hanno le carte migliori e Pioli un asso da sbattere sul tavolo (il gioco). "Dopo un paio di notti in testa alla classifica, l’Inter ha dovuto liberare la stanza, avvisando la reception che conta di tornarci il 21 febbraio, dopo il derby. Se non prima - scrive il giornalista -. Intanto però Ibrahimovic ha ripreso possesso del suo lettone da Re Sole con baldacchino: doppietta nel 4-0 al Crotone che ha riportato il Milan al comando. Un paio di mesi fa Cristiano Ronaldo, 36 anni, festeggiava i 750 gol in carriera; ieri è toccato a Zlatan Ibrahimovic, 39, tagliare il traguardo dei 500 nei club. Sabato il portoghese ha piegato la Roma al primo tiro, ieri lo svedese ha spianato la vittoria rossonera. Il botta e risposta tra i due totem balza platealmente all’occhio, ma il paragone va contenuto. Entrambi gli eroi sono fondamentali per i rispettivi eserciti, certo, ma la Juve non ha ancora dimostrato di poter fare a meno di CR7 (e l’Inter di Lukaku), come il Milan ha fatto a meno di Ibra, a lungo. Perché Pirlo non ha ancora raggiunto il tesoro di Pioli, cioè un gioco di squadra, codificato e condiviso, che arriva in rete senza dover passare necessariamente dalla genialata individuale (...). Ecco, Inter e Juve sì che si assomigliano: hanno le due rose più attrezzate e più esperte. Il Milan, più giovane e con meno alternative, sulla carta partiva battuto. Se è ancora in testa è perché ha saputo compensare il gap con la qualità dello spartito e con l’entusiasmo dei suonatori. Con il poker di ieri, il Milan è salito a 45 gol, superando Juve, Roma, Napoli. Questo sarà il senso della corsa scudetto: da una parte la solidità, la fisicità, il cinismo, l’esperienza, i ricambi, CR7, la Lu-La e le individualità doc di Inter e Juve, le favorite; dall’altra la qualità di gioco del Milan, un ambiente empatico, la fame dei giovani, Donnarumma e Ibra. Sabato CR7 ha ricevuto palla a difesa schierata e si è inventato il gol.Ieri Ibra è stato messo davanti al portiere da Leao e poi ha spinto in rete un passaggio di Theo Hernandez che è tornato a sgommare a tutto campo. Calhanoglu è rientrato e ha servito subito un paio di assist (Rebic). Sta per tornare Bennacer. Ibra ha una batteria di rifinitori che CR7 e Lukaku gli invidiano. Ieri ha fatto bene anche Meité, Tomori è già una sicurezza: la solida identità di gioco consente ingressi morbidi a giovani e nuovi. Il generale Pioli, superata l’emergenza, ha tutto per affrontare la campagna di primavera. Tra due turni un derby imperiale, di cui Milano è già orgogliosa e di cui Ibra e Lukaku, affiancati a quota 14 gol, questa volta, vorranno essere degni".
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