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Garlando: "Non chiamateli terzini: Hakimi e Cuadrado sono i signori del gol"

di Mattia Zangari

L'evoluzione nel tempo del ruolo dei terzini. Questo l'argomento trattato da Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport, dopo un week-end di Serie A che ha visto protagonisti Achraf Hakimi, due gol al Bologna, e Juan Cuadrado, assistman decisivo nella rimonta della Juve sul Torino nel derby della Mole. "C’erano una volta Tarcisio Burgnich, la Roccia, e Claudio Gentile, il Feroce Saladino, terzini destri dalla scorza dura, che se ne stavano in difesa, responsabili come fratelli maggiori, per consentire ai loro numeri 3, belli e fatali, di fluidificare verso la gloria, tra i sospiri delle fanciulle: Giacinto Facchetti e Antonio Cabrini - scrive il giornalista - Il mondo è cambiato, il calcio pure. Sabato il terzino destro dell’Inter, Achraf Hakimi, ha segnato due gol e quello della Juve, Juan Cuadrado, ha servito due assist decisivi. Non c’è ruolo nel calcio moderno che sia stato trasfigurato come quello del terzino. Perché? Perché l’esasperazione della condizione atletica ha portato all’esasperazione del pressing. L’aggressione al centrocampo, dove si crea il gioco, ha stimolato la costruzione laterale, esattamente come accaduto nelle metropoli moderne: chiusi i centri storici intasati, si è deviato il traffico su tangenziali e raccordi anulari. Ecco i terzini con il colletto bianco, veri e propri play esterni. Tutti e due, non solo uno, riprendendo la lezione dell’Ajax degli anni ’70, dove il destro Surbieer non spingeva meno del sinistro Krol. Non è un caso che il Liverpool campione del mondo abbia i terzini più forti del mondo: Alexander-Arnold e Robertson. E non è un caso che nel Milan capolista il giocatore più cresciuto sia il terzino destro Calabria e che gran parte del gioco poggi su quello sinistro, Theo Hernandez. Nella lotta scudetto il fattore terzino peserà non meno della faida Ibra, Lukaku, CR7. Sempre più Hakimi Innalzare la qualità di gioco: era il nuovo step di Conte, dopo l’ottima stagione scorsa, in cui ha educato le sue linee di gioco. L’inserimento di Eriksen, un trequartista abile nella rifinitura, poteva essere la soluzione (3-4-1-2). Il danese non ha funzionato e Conte ha ritrovato gli equilibri giusti rinculando nella purezza del 3-5-2. A quel punto, per fare il salto di qualità, deve esasperare la proposta offensiva in fascia: Hakimi-Perisic. Il paragone con il Liverpool ci sta: mediana muscolare (Henderson, Wijnaldum, Milner...) e tanta costruzione in fascia. Il prossimo step dell’Inter sarà mantenere la robustezza del centrocampo, alzando la qualità dei protagonisti: Paredes, De Paul… Perché, dalla finale persa col Siviglia agli incroci con il Real, Conte ha sempre sofferto il miglior palleggio. E per vincere in Europa gli esterni non bastano". 

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