Garlando: "Un delitto non chiudere per Dzeko, ma le parole di Conte su Sensi e Barella sono sgraziate"
Luigi Garlando si esprime dalle colonne de La Gazzetta dello Sport sugli avvenimenti di casa Inter. "Che Antonio Conte stia facendo in fretta e molto bene è palese. Che gli manchino giocatori altrettanto: da 2 a 4. Continueremo a ritenere un delitto non aver compiuto l’ultimo passo per Dzeko e determinante il mancato arrivo di un incursore «da bacheca», come li chiama Antonio, cioè d’esperienza internazionale che abbia vinto tanto. Un Vidal, per capirci, che avrebbe aiutato la crescita dei giovani e trasmesso sicurezza in certe notti di tempesta. In mezzo, la coperta è corta e dietro a Lautaro e Lukaku c’è un bimbo (Esposito). Terza concessione: il carattere. Se inviti Sgarbi a un talk-show, non ti lamentare se grida: «Capra!». Se assumi il tecnico del «ristorante da 100 euro», aspettati richieste ambiziose di mercato. Se ti serve un mister di fuoco, aspettati vampate ovunque".
Ma era opportuno farlo in quel modo e in quel momento?", si chiede sempre Garlando. "L’Inter ha commesso errori sul mercato, ma è anche vero che una diversa distribuzione del tesoro avrebbe attrezzato meglio la squadra. Barella ha faticato nei primi giorni di Inter. Non è stato un balzo semplice per un ragazzo di 22 anni legato alla sua isola. Ma ha lottato ed è stato bravo a imporsi. E Sensi con lui. Insieme hanno dato spettacolo al Camp Nou. Sono cresciuti in autostima. Quanto li ricaccia indietro una frase in Eurovisione come questa? «Non ho giocatori importanti e maturi che riescano a gestire. Lo chiedo a Barella e Sensi che vengono da Cagliari e Sassuolo?» Parole sgraziate. A parte il fatto che Barella gestirà da titolare un Europeo, il compito di un allenatore è opposto: gonfiare i cuori. In questo Conte è maestro, come ha dimostrato con Giaccherini e Candreva". E ancora: "L’empatia aiuta a crescere. Empatia significa anche riconoscere i propri errori. Conte martedì ne ha commessi, ma non ne ha parlato. Poco è stato fatto per arginare Hakimi e per intercettare il crollo che non si spiega solo con la coperta corta. Già con Barcellona, Juve, Sassuolo e Brescia, l’Inter bipolare ha cambiato volto nel tempo. Implosioni inspiegabili. C’è molto su cui lavorare".
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