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GdS - Cori discriminatori, la Juve ora rischia due turni

di Alessandra Stefanelli
Fonte: Gazzetta dello Sport

Questa volta sarà difficile evitare la squalifica della Curva Sud per discriminazione territoriale. Se nella relazione degli ispettori federali verranno riportati i cori ascoltati ieri sera contro i tifosi napoletani e se ne verrà ravvisata "una rilevante dimensione e percepibilità" (così impone la nuova norma), oggi il giudice sportivo Gianpaolo Tosel chiuderà il settore per le partite contro Udinese e Sassuolo. Solo un paio di settimane fa Tosel aveva squalificato la curva per i cori scanditi contro i napoletani in occasione di Juve-Genoa, "sanzione sospesa per un periodo di un anno, con l’avvertenza che, se durante tale periodo sarà commessa analoga violazione, la sospensione sarà revocata e la sanzione sarà aggiunta a quella comminata per la nuova violazione". In sostanza possibile chiusura per due gare e 50 mila euro di multa al club. Rischia un’ammenda il Napoli, per un coro di pochi secondi ma pesante ('Liverpool, Liverpool'), dal contenuto ritenuto offensivo e non discriminatorio.

Silenziosi nella partita casalinga col Catania, gli ultrà bianconeri della Sud sono tornati a farsi sentire ieri sera prima con tutto il repertorio, da 'O Vesuvio lavali col fuoco' a 'Noi non siamo napoletani', 'Benvenuti in Italia'. Nel finale di tempo lo striscione nella Sud che avrebbe dovuto essere ironico, un Vesuvio disegnato con la scritta 'E ora ridiamoci sopra, lavaci col fuoco o Vesuvio lavaci col fuoco» è stato coperto dal coro 'Noi facciamo il c…zo che vogliamo'. Dispiaciuto l’a.d. Marotta. "Vorrei tanto che i tifosi potessero incitare solo la squadra e non rivolgere cori offensivi: alla fine lo considero autolesionismo".

Di contro il settore ospiti è stato devastato dai napoletani, che hanno divelto i sanitari come l’anno scorso e li hanno scagliati (oltre a palloncini riempiti di urina) contro gli juventini. Proprio per questo lancio di oggetti quattro tifosi bianconeri sono stati ricoverati in ospedale.


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