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GdS - Coronavirus, Champions ed Euro 2020: l'Uefa per ora esclude piani B

di Mattia Zangari

Nessuna unità di crisi per il tema Coronavirus in agenda per la Uefa, che domani riunisce il Congresso ad Amsterdam. Difficile, però, che non si parli della questione che il massimo organismo del calcio continentale - si legge sulla Gazzetta dello Sport - giudica un po’ esagerata in Italia. Chiaro che gli scenari possano cambiare da un momento all’altro, e che una moltiplicazione esponenziale dei contagiati potrebbe essere preoccupante. Da un lato c’è la Champions: aspettando notizie dall’Italia su campionato e coppa, oggi qualche preoccupazione arriva anche dalla Francia, dove eventi con oltre cinquemila spettatori sarebbero a rischio. Il calendario europeo, infatti prevede la disputa di Psg-Borussia.

Dall’altro lato — e qui il discorso è più ingarbugliato — c’è l’Europeo. Oltretutto complicato da una formula originale, con partite in 12 Paesi. Oggi l’Uefa non prende neanche in considerazione piani-B, domani non si può dire. Non che le opzioni siano infinite. Gara inaugurale a Roma: 12 giugno. Finale a Wembley: 12 luglio. Il margine di manovra è ridotto. Nell’ipotesi peggiore cosa potrebbe accadere?
1) Tutte partite a porte chiuse: in teoria possibile, i diritti tv sarebbero salvi, ma il resto sarebbe un disastro serio. 2) Spostamento del torneo: andrebbe posticipato tutto, anticipando lo spostamento indispensabile nel 2021-22 per il Mondiale invernale in Qatar. 3) Annullamento del torneo", 


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