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GdS - Pioli, primo bilancio: cosa va e cosa non va

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Primo mini-bilancio della gestione Pioli dopo il derby. La Gazzetta dello Sport propone il giochino del 'Cosa va e cosa non va'. Ecco quello che è venuto fuori:

COSA VA 
1) DISPONIBILITÀ - Approccio e atteggiamento generale sono stati all’altezza contro il Milan, la logica conseguenza di una settimana nella quale Pioli ha potuto apprezzare la professionalità di un gruppo "di gente seria, disponibile, ambiziosa e pronta a dare tutto per l’Inter".
2) CONDIZIONE FISICA - Domenica sera l’Inter è durata realmente 90’ più recupero, con un finale convincente per tenuta, reattività e brillantezza. Sembravano più stanchi i rossoneri nonostante una gara di quasi totale contenimento.
3) PERISIC-CANDREVA - Il croato tocca a tratti picchi di eccellenza assoluta, e insegue ora maggiore continuità. Di suo Candreva spera di essersi definitivamente sbloccato a livello realizzativo dopo aver comunque garantito un ottimo rendimento in generale. I due, più Icardi, sono oggi l’oro di Pioli.

COSA NON VA 
1) EQUILIBRI TATTICI - I due gol del Milan sono figli di gravi amnesie tattiche, sia individuali sia di squadra, che non possono essere giustificate solo con le carenze tecniche di questo o quel giocatore. Ci vanno spesso di mezzo Miranda e Murillo, non è però semplice gestire sistematicamente l’uno contro uno a campo aperto, senza «filtri» per intenderci. Serve poi una massiccia dose di sedute tattiche pure in fase propositiva, visto che l’Inter si muove davvero pochissimo senza palla, risultando spesso monotona e prevedibile nella metà campo avversaria.
2) LEADER E QUALITÀ - In mezzo al campo manca un leader, uno che sappia dettare i tempi e gestire i momenti più delicati con la giusta personalità; dalla trequarti in avanti pesa invece l’assenza di chi sappia creare dal nulla superiorità numerica e abbia nei piedi pulizia di passaggio, assist delicato e idee geniali.
3) MEDEL K.O. - Si teme un lungo stop sul fronte Medel, un gran guaio per Pioli. Il cileno è infatti insostituibile dal punto di vista tattico, soprattutto in un centrocampo a tre, e senza di lui è forse il caso di semplificare il sistema di gioco. Possibile allora che Pioli lavori su un paio di versioni del 4-4-2: squadra più offensiva con Candreva e Perisic sulle fasce; maggiore solidità con Perisic di punta e Joao Mario a sinistra. Il 4-4-2 è fra l’altro l’habitat naturale di Kondogbia, giocatore da rivalutare assolutamente.


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