La maggior parte delle società di Serie A non sembra voler accettare la riforma del format con
passaggio da 20 a 18 squadre che i vertici di Lega e Figc avrebbe voluto far partire già fra 2-3 anni. Lo conferma oggi la
Gazzetta dello Sport: "I motivi sono piuttosto chiari e sono emersi anche dai “contro” evidenziati in quella stessa Assemblea dalla
Deloitte, che ha messo a punto un dettagliato report con i possibili scenari in caso di modifica del format - spiega la
Gazzetta -. Partiamo dai numeri. La formula alternativa più gettonata è quella che vede impegnate 18 squadre con due gare di playout per decidere la terza retrocessa. In questo caso si passerebbe dalle attuali 380 gare a 308,
72 gare in meno pari al 19% del totale. La situazione migliorerebbe, ma di pochissimo, con i
playoff, che aggiungerebbero tre gare da alta classifica. In entrambi le situazioni il crollo del numero dei match è tale da rendere evidenti le
perdite di ricavi sia sul fronte sponsor, sia su quello della biglietteria, ma con una settantina di sfide in meno sarebbero decisamente importanti anche quelle per i diritti televisivi".
Insomma, con queste premesse sarà davvero difficile che la riforma diventi realtà. Peraltro, anche a livello sportivo ci sono grossi dubbi. In particolare, si fatica a far passare il concetto dei
playoff scudetto, ritenuti da molti un'ingiustizia per l'assegnazione del titolo soprattutto perché non rispetterebbe eventuali ampi margini di vantaggio di chi è in testa alla classifica. Per questo il ragionamento si concentra soprattutto su un torneo a 18 squadre con soli playout. E anche di questo si discuterà anche oggi in Federcalcio nell'incontro con le varie componenti del pallone avranno per discutere dell'eventuale avvio di questo progetto con la sua road-map, ma anche di tutta la riforma del sistema calcio.
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