Come già appurato nella giornata di ieri, a causa dell'espansione della variante Omicron, gli stadi tornano indietro e saranno aperti solo per il
50% della capienza a partire dalle prossime partite. Un passo indietro che certamente non potrà fare felici le società. "Non è stata una decisione facile, quella adottata dal Consiglio dei Ministri, arrivata al termine di una lunga giornata, nella quale si erano affacciate voci di un taglio ancor più netto richiesto da una parte degli scienziati, molto simile a quanto adottato in Francia negli ultimi giorni dove il primo ministro Jean Castex ha annunciato che dal 3 gennaio e per almeno tre settimane gli eventi all’aperto non potranno avere più di 5000 spettatori, 2000 invece per quelli al chiuso - racconta la
Gazzetta dello Sport -. Tutto questo almeno fino al 31 gennaio. Va ricordato che la Germania era già intervenuta con le nuove regole e in maniera molto netta (dal 28 dicembre gli stadi sono senza pubblico) così come - proprio ieri - la Spagna, dove dal 100% si è passati al 75% di riempimento negli stadi, mentre nei palazzetti dall’80% si è scesi al 50%".
Altra novità: di fatto, i
no-vax non potranno più prendere parte ad alcuna attività agonistica. "E si tratta di una novità sostanziale visto che non sono previste deroghe per i professionisti - conferma la
rosea -. È stato confermato inoltre che ci vorrà il green pass rafforzato (vaccino o avvenuta guarigione nei precedenti sei mesi) anche per piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere al chiuso. Per poter andare allo stadio, infine, sarà necessario essere stati
vaccinati (il green pass scatta dopo 15 giorni dalla prima dose) o guariti e sarà obbligatorio indossare non più la mascherina chirurgica ma una
Ffp2".